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Legambiente, campagna per monitorare lo stato di salute delle acque interne

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Legambiente, campagna per monitorare lo stato di salute delle acque interne

Dopo i risultati delle analisi microbiologiche sui bacini lacustri calabresi Legambiente avanza 10 proposte per valorizzarli e tutelarli 

Inquinato uno dei due punti sul lago di Angitola, entro i limiti di legge i laghi Arvo, Cecita, Ampollino, Ariamacina, del Passante. Eseguite anche analisi chimiche sui carichi di azoto e fosforo

Legambiente: “Azioni preventive e monitoraggi approfonditi sono fondamentali. La tutela degli ecosistemi lacustri deve rappresentare una priorità assoluta, da intersecare con l’utilizzo agro-industriale delle acque e il turismo sostenibile”

In Calabria è tempo di bilanci per Goletta dei Laghi 2023, la campagna di Legambiente in difesa delle acque dei bacini lacustri italiani, che ha monitorato i laghi Arvo, Cecita, Ampollino, Ariamacina, del Passante e il lago Angitola. Nei sei laghi calabresi, sei dei sette punti campionati sono risultati entro i limiti di legge, mentre solo un punto, nel Lago Angitola, è risultato inquinato. Nel mirino della campagna, come di consueto, canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico causato da cattiva depurazione o scarichi illegali arriva nei laghi.

I risultati sono stati presentati questa mattina durante la conferenza stampa organizzata presso Palazzo della Provincia di Cosenza, seguita dal convegno “Le opportunità della Transizione Ecologica per la fruizione sostenibile degli ecosistemi lacustri”. Sono intervenuti: Anna Parretta, presidente Legambiente Calabria; Rosaria Succurro, presidente della provincia di Cosenza; Maria Annunziata Longo, funzionario Regione Calabria; Antonio Nicoletti, Responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente.

“I dati dei monitoraggi effettuati nell’ambito della campagna Goletta dei Laghi sono complessivamente positivi in relazione ai parametri considerati”, afferma Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria. “Infatti, rientrano nei limiti di legge sei dei sette punti campionati in particolare sui laghi Arvo, Cecita, Ampollino, Ariamacina, del Passante, mentre purtroppo è risultato inquinato uno dei due punti campionati sul lago Angitola. Come lo scorso anno, oltre ai classici parametri riguardanti una cattiva o assente depurazione, sono state effettuate anche le analisi chimiche per determinare i carichi di azoto e di fosforo. I laghi sono ambienti molto ricchi di biodiversità che forniscono preziosi servizi ecosistemici ma allo stesso tempo sono sistemi molto fragili che subiscono profonde pressioni di origine prevalentemente antropica. Le minacce, oltre dai cambiamenti climatici, provengono soprattutto dall’inquinamento da fonte agro-zootecnica, da reflui urbani o industriali e da scarichi illegali. È essenziale, quindi, una sempre maggiore attività di prevenzione, programmazione e controllo territoriale da parte delle Autorità competenti anche attraverso continui ed opportuni monitoraggi sulla qualità delle acque, anche per rilevare la presenza di pesticidi, erbicidi e metalli pesanti. La tutela dell’ambiente costituisce la priorità assoluta da intersecare con l’utilizzo a scopi agro-industriali delle acque e con la fruizione turistica dei luoghi”.

Anche per il 2023, oltre alle analisi microbiologiche, sono state effettuate delle analisi chimiche dei principali parametri utili a determinare i carichi di azoto e fosforo nelle acque lacustri: in tutti e sei i laghi sono stati riscontrati valori entro i limiti di legge per quanto riguarda le concentrazioni di Azoto (totale e ammoniacale), nitrati, nitriti, COD, Fosforo totale, cloruri e solfati.

In occasione della tappa in Calabria, Legambiente ha anche presentato uno speciale dossier di approfondimento sui laghi silani: un documento dettagliato con focus sulla storia e sulle caratteristiche degli ecosistemi lacustri della Sila, sulla depurazione nelle località turistiche del territorio e sui monitoraggi effettuati da Goletta dei Laghi negli ultimi quattro anni nei bacini lacustri silani, e ha presentato dieci proposte per una loro adeguata valorizzazione e tutela. In particolare, occorre:

1. migliorare la conoscenza degli ecosistemi acquatici (ossia verificare l’impatto sulla biodiversità provocato dalle attività antropiche, idroelettriche, agricole e zootecniche, attuare un sistema di monitoraggio della qualità delle acque e sulla base delle nuove conoscenze aggiornare i piani di gestione dei siti natura 2000);

2. ridurre l’inquinamento dei laghi (completare i lavori del depuratore di Lorica e realizzare il depuratore e la rete fognaria di Trepidò, ridurre l’apporto degli inquinanti provocati dall’attività agricola e zootecnica in tutti i comprensori lacustri);

3. aumentare la biodiversità degli ecosistemi acquatici (frenare la perdita di biodiversità e contrastare il degrado degli ecosistemi, ripristinare gli habitat lacustri utilizzando soluzioni basate sulla natura);

  1. favorire attività lacustri NetZero(certificare e migliorare la qualità delle produzioni e promuovere attività a basse emissioni per ridurre gli impatti sugli ecosistemi);

5. frenare il consumo di suolo (bloccare l’urbanizzazione e le opere pubbliche inutili, sanare le ferite del cemento illegale che interessa particolarmente l’area di Trepidò);

6. garantire il controllo e la vigilanza del territorio (Contrastare il bracconaggio e le attività illecite a danno degli ecosistemi acquatici);

7. promuovere la balneabilità dei laghi silani (garantendo un sistema di controllo della qualità delle acque lacustri da parte delle autorità sanitarie locali);

8. maggiore trasparenza sull’utilizzo turistico e produttivo dei bacini lacustri (rendere chiare le regole per ottenere le concessioni per le attività turistiche, verificare la compatibilità delle attività esistenti con il Parco nazionale e la rete Natura 2000, associare i comuni del bacino imbrifero montano per un maggiore coinvolgimento delle comunità locali nella gestione della risorsa idrica);

9. valorizzare il turismo lacustre attivo e sostenibile (creando le condizioni per il riconoscimento del Lago Arvo tra le mete turistiche lacustri segnalate dalla Guida Blu di Legambiente e Touring Club)

  1. promuovere la partecipazione dei cittadini nelle scelte(utilizzando strumenti di partecipazione come i contratti lago o di fiume per favorire l’informazione pubblica e la partecipazione dei cittadini nelle scelte).

“I laghi silani – dichiara Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree protette e Biodiversità Legambiente e presidente del circolo Legambiente Sila – sono parte integrante del paesaggio tutelato attraverso il Parco nazionale e la rete natura 2000 ma deve crescere la conoscenza di questi ambienti per organizzare meglio l’utilizzo degli ecosistemi lacustri che, in una logica multifunzionale, devono essere utilizzati in chiave sostenibile e per favorire la transizione ecologica del territorio. A partire dall’utilizzo idroelettrico che deve portare maggiori utilità al territorio a quello turistico che deve cambiare passo e promuovere le località lacustri mete turistiche a partire da Lorica. Per questa ragione le nostre proposte vanno nella direzione di una maggiore conoscenza, gestione e valorizzazione delle risorse naturali presenti nel territorio che devono essere utilizzate in maniera consapevole e garantire benefici alle comunità locali e migliorare le condizioni dell’ambiente”.

IL DETTAGLIO DELLE ANALISI MICROBIOLOGICHE SUI LAGHI CALABRESI

Quest’anno, la campagna Goletta dei Laghi 2023 ha monitorato sei laghi: Arvo, Cecita, Ampollino, Ariamacina, del Passante e Angitola. I prelievi sono stati effettuati tra il 20 e il 21 luglio scorso, con due punti di campionamento per il Lago Angitola e un punto per ogni altro lago.

In dettaglio, per il Lago Angitola, il punto presso la foce immissario fiume a Monterosso Calabro (VV) risulta inquinato, mentre il punto presso l’oasi WWF Lago Angitola, nel parco Naturale Regionale delle Serre a Maeirato (VV), rientra nei limiti.

Il Lago Arvo, con il prelievo effettuato dal lato nord del lungolago della località di Lorica, nel Comune di San Giovanni in Fiore (CS), è risultato entro i limiti, a differenza dell’anno scorso, quando risultava inquinato.

Per il Lago Ampollino, il punto di prelievo si trova nel tratto di lago a cui si accede dalla Sp 61, all’altezza dell’ingresso villaggio Palumbo, in località Trepidò nel Comune di Cotronei (KR), ed è risultato entro i limiti alle analisi microbiologiche.

Stesso giudizio per i prelievi effettuati sul Lago Cecita, nel tratto di lago antistante il centro visite Cupone, nel comune di Spezzano della Sila (CS); sul Lago Ariamacina, sulla strada verso la diga (lato nord) a Casali del Manco (CS); e infine, sul Lago del Passante, dietro il villaggio Lagomar (lato ovest) a Sorbo San Basile (CZ).

I prelievi di Goletta dei laghi vengono eseguiti da tecnici, volontari e volontarie di Legambiente. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli).

È bene ricordare che il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei laghi, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo lungo le sponde dei nostri laghi, rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano nei bacini lacustri. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.

GOLETTA DEI LAGHI 2023. Scarichi non depurati e inquinanti, incuria e inquinamento da microplastiche, cementificazione e captazione delle acque sono, ancora una volta, i temi al centro di Goletta dei Laghi, che da 18 anni monitora lo stato di salute dei bacini lacustri italiani e ne denuncia le criticità, promuovendo al contempo esempi virtuosi di gestione e sostenibilità.

Da diversi anni, la campagna di Legambiente è anche l’occasione per tornare sul tema delle microplastiche attraverso il progetto LIFE Blue Lakes che ha l’obiettivo di prevenire e ridurre l’inquinamento da microplastiche nei laghi, coinvolgendo partner scientifici, associazioni, autorità competenti e istituzioni. Tra le azioni di progetto ci sono la promozione del Manifesto dei laghi, documento volontariato che ogni amministrazione locale può sottoscrivere e un roadshow di 20 tappe per sensibilizzare la cittadinanza attraverso lo spettacolo teatrale Monday, laboratori e animazione territoriale.

Il CONOU, Consorzio Nazionale Oli Usati, sostiene da anni la campagna estiva di Legambiente, nella convinzione che sia assolutamente necessario agire collettivamente per la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. Il Consorzio è parte attiva in questo scenario: con la sua attività di raccolta e rigenerazione degli oli minerali usati è un esempio di eccellenza di economia circolare, non solo in Italia, ma addirittura in Europa. Raccogliendo l’olio lubrificante usato alla fine del suo ciclo di vita nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli, il CONOU fa in modo che questo rifiuto – altamente pericoloso se non gestito correttamente – si trasformi in una preziosa risorsa. Oltre il 98% dell’olio raccolto dal Consorzio viene infatti rigenerato e trasformato in nuova materia prima riutilizzabile, con benefici per l’ambiente e la salute grazie alla riduzione dell’utilizzo di risorse naturali e delle emissioni di gas serra e di altri inquinanti. Lo scorso anno in Calabria il CONOU ha recuperato 3.214 tonnellate di olio usato.

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