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Lettera aperta di un dipendente Sacal GH al nuovo management della società

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cda sacal - LameziaTermeit

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta da parte di un dipendente stagionale Sacal GH

dipendente sacal - LameziaTermeitPerché prendersi i meriti dei lavoratori penalizzati?

L’uragano che ha colpito la Sacal nel mese di aprile e che di fatto ha azzerato il precedente management del gestore aeroportuale e della sua società controllata, la Sacal Ground Handling, ha scosso lo scenario politico regionale e ha imposto alle massime cariche e autorità calabresi di trovare al più presto una soluzione per garantire la continuità gestionale dello scalo di Lamezia Terme e degli altri due scali calabresi, quelli di Crotone e Reggio Calabria, i cui rispettivi territori rischiano l’isolamento.
La soluzione è stata trovata delegando figure di alto calibro quali il Prefetto Arturo De Felice e l’Ing. Manlio Guadagnuolo, entrambi forti di curricula professionali sicuramente non di poco conto. La situazione era e continua ad essere delicata: da una parte bisogna riavviare praticamente da zero il gestore aeroportuale, una macchina in continua attività che non può arrestarsi, mentre dall’altra vi è una lotta contro il tempo per riportare gli aeroporti di Crotone e Reggio Calabria sulla giusta strada e in condizioni di profittabilità e stabile continuità operativa.
La politica responsabile del riavvio di una società di importanza strategica per l’intera regione ora cerca conferme del suo operato, ovvero modi e occasioni per dimostrare alla popolazione di aver fatto la scelta giusta e con le giuste modalità.
Insomma, se c’è stato tutto questo “casino”, c’è stato per un buon motivo, e le decisioni prese in risposta agli scandali emersi con l’operazione Eumenidi devono per forza di cose risultare giustificate al cento per cento. Questa “conferma tanto attesa” è arrivata qualche giorno fa, quando la compagnia aerea low cost inglese easyJet ha mandato a Sacal Ground Handling ben due encomi per la gestione di altrettante situazioni delicate che hanno visto coinvolti i suoi voli in partenza dallo scalo di Lamezia Terme e diretti a Milano Malpensa.
“La squadra dell’aeroporto di Lamezia è fantastica. Dovete essere orgogliosi di farne parte”, ci hanno detto gli arancioni (è questo il soprannome scherzoso dato a chi lavora in easyJet, dovuto alla caratteristica livrea dei propri aeromobili).
Dal comunicato stilato in pompa magna e inoltrato alle principali testate regionali leggiamo anche che i frutti che si stanno iniziando a vedere sono i “primi risultati della nuova organizzazione della struttura operativa fortemente voluta dall’ing. Guadagnuolo, che sta orientando la sua mission sul continuo miglioramento degli standard di qualità dei servizi ai passeggeri e ai vettori.”
Queste affermazioni, tuttavia, vanno a cozzare con la realtà dei fatti, e lo fanno in modi abbastanza oggettivi con poco spazio lasciato alle interpretazioni dei singoli.
Prima di tutto è opportuno andare alla radice degli encomi ricevuti e capire perché sono stati mandati, in quali contesti e grazie a chi. Uno dei due, come sicuramente intuito da molti, riguarda la morte improvvisa di un passeggero qualche minuto dopo l’operazione di check-in, e la conseguente gestione del viaggio di emergenza dei membri della sua famiglia: sono fatalità non controllabili e assolutamente non prevedibili la cui gestione poco ha a che fare con chi sta seduto al proprio posto dietro una scrivania, lontano da chi ha visto la scena coi propri occhi e, qualche giorno dopo, ha assistito una vedova e alcuni suoi parenti in modo da permettergli di prendere un volo che il loro caro venuto a mancare non prenderà mai più, con la premura di informare l’equipaggio di suddetto volo dell’accaduto e garantire un trattamento ottimale alla famiglia fino al suo arrivo a Malpensa.
Se si è riusciti a fare ciò con un’accortezza tale da indurre una compagnia inglese a mandare un encomio, è stato grazie alla professionalità, all’empatia e alle competenze acquisite in un decennio di lavoro, non grazie alle scelte gestionali di qualcuno insediatosi due mesi prima dell’episodio.
Invita altresì a riflettere l’ostentazione di un presunto miglioramento dei servizi qualitativi offerti ai passeggeri e alle compagnie aeree. Le persone coinvolte nelle situazioni di massima criticità gestite in modo tale da indurre la compagnia low cost inglese a elogiare la SGH con ben due encomi nell’arco di un mese, rientrano per la maggior parte nella categoria dei lavoratori stagionali, la più penalizzata dal nuovo management societario.
Come si fa a parlare di qualità e di servizi quando, in realtà, si vuole risparmiare sui costi del lavoro tagliando i contratti dei lavoratori a tempo determinato? Il traffico a Lamezia è grossomodo lo stesso, eppure la durata media dei contratti stagionali estivi è passata da sei mesi a circa tre mesi e due settimane: questo significa avere meno personale durante i picchi di traffico, ergo maggiori disagi per i passeggeri in quanto questa riduzione di organico è destinata a comportare un aumento dei tempi di attesa per i viaggiatori in tutte le fasi del proprio viaggio, ossia al check-in, all’imbarco, allo sbarco, durante la fase di riconsegna dei bagagli stivati e, cosa ancora più grave, durante la fase di assistenza che segue forti ritardi e cancellazioni.
Tra questa impostazione gestionale e l’aumento della qualità dei servizi offerti ne passa, e a dirlo è la logica, non l’impronta soggettiva del pensiero di chi scrive; meno male che tra i tre scali calabresi, quello di Lamezia Terme è l’unico dove i voli non mancano mai, quello che non conosce mai crisi, quello in cui i lavoratori “non rischiano” di perdere il lavoro, lo scalo che dovrebbe fare scuola ai fratelli minori di Reggio Calabria e Crotone che a breve condivideranno con l’aeroporto di Lamezia la stessa filosofia gestionale.
Un aeroporto sotto organico e caotico non è un buon biglietto da visita per una regione che vuole fare del turismo una fonte di ricchezza e di rilancio economico. Dunque, al di là della retorica, quale sarà il futuro del trasporto aereo calabrese e dei suoi lavoratori, al netto delle lettere di encomio ricevute?

Un dipendente stagionale di Sacal Ground Handling

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