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L’Italia ripartirà in questo modo: dal 15 aprile la fase 2 in due step

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giuseppe conte

Saranno previste distanze di sicurezza, dispositivi di protezione obbligatoria per muoversi, turni sui luoghi di lavoro e per l’accesso agli esercizi pubblici

La condizione essenziale per ripartire è cambiare le abitudini, in quanto la ripresa sarà lenta e graduale, così fa sapere il Comitato Tecnico Scientifico nella riunione con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che precisa: “La tutela della salute resta al primo posto, però i motori del Paese non possono restare spenti troppo a lungo”.

Il discorso è stato lungo e articolato, toccando tutti i punti e i dubbi degli italiani in questo momento di crisi, tant’è che il Presidente dichiara anche di essere preoccupato “per la tenuta psicologica dei cittadini, per l’ordine pubblico ecc.”

Afferma inoltre che “non possiamo rischiare che la curva dell’epidemia si alzi di nuovo, perché non possiamo permetterci di ripartire da capo, adesso è importante la massima attenzione, bisogna mantenere prudenza e rigore”.

Le prime a riaprire, saranno probabilmente librerie, cartolerie, successivamente le attività produttive a basso e medio rischio: agricoltura, edilizia, cassieri, mentre ad alto sono considerati camerieri d’albergo, addetti alle mense e parrucchieri ecc.

Il metro di distanza dovrà sempre essere rispettato, bisognerà preferire lo smart working e ridurre al minimo l’affluenza negli uffici. Per i supermercati ed i negozi in genere, bisognerà rispettare la coda e prevedere la tecnica dell’appuntamento per parrucchieri ed estetisti. Gli scienziati sono anche categorici nelle limitazioni rivolte ad anziani e malati, quindi i soggetti più deboli, stesso discorso per il settore scuola che potrebbe ripartire a settembre.

Il Ministro Luigi Di Maio ha sottolineato un punto molto chiaro: “se sbagliamo i tempi torniamo in lockdown e ricominciamo da capo”e questo non possiamo davvero permettercelo visti i sacrifici che alcune categorie stanno compiendo per il paese: il personale medico, le Forze dell’Ordine, ma anche chi come i lavoratori a contatto con il pubblico, sono ogni giorno chiamati a rendere un servizio tangibile rischiando la propria vita e quella dei loro cari.

Riccardo Cristiano

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