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Masi (PD): sul PSC informazione parziale da alcuni organi di stampa

3 min di lettura
Gennarino Masi

Alcuni organi di stampa hanno sentito il dovere, all’indomani della conferenza stampa del 14 maggio dei partiti e movimenti progressisti, di informare la città – interrompendo il silenzio dell’amministrazione Mascaro – sulla fase attuale dell’importante strumento urbanistico, qual è il Piano strutturale comunale

Comunicato Stampa

Un’informazione parziale – dobbiamo però stigmatizzare – basata soprattutto su aspetti, sì significativi, ma secondari rispetto a quanto la Regione ha tenuto a sottolineare.

«Un quotidiano», addirittura titola che il Psc sarebbe «compatibile dal punto di vista ambientale» senza chiedersi – per esempio – come mai l’Amministrazione comunale non abbia informato tempestivamente i Consiglieri comunali delle determinazioni regionali che, da una più attenta lettura, non risultano essere così liberatorie come si vorrebbe far intendere. Un’ambiguità che prelude a un Piano delle ambiguità, rischioso per i cittadini e ingovernabile.

La Regione, con valutazioni/osservazioni/proposte, carenti di inequivoche condizioni di approvabilità, richiama la diretta ed esclusiva responsabilità dell’approvazione dei Consiglieri comunali, del Responsabile del procedimento e dei tecnici progettisti secondo i rispettivi profili di competenza sulla documentazione inoltrata per l’acquisizione del parere.

Comunque, l’Ufficio regionale competente evidenzia a chiare lettere che rispetto al piano adottato con deliberazione n. 79 del 19 febbraio 2015, il Consiglio comunale può apportare modifiche limitate agli aggiornamenti normativi sopravvenuti e agli adeguamenti per errori materiali e non anche modifiche relative «ad eventuali nuovi ambiti di trasformazione introdotti all’interno della previsione edificatoria dell’adottato Psc».

Il che, tradotto in termini più espliciti, significa che le «manifestazioni di interesse» e quant’altro, che l’amministrazione Mascaro ha caparbiamente riesumato modificando sostanzialmente il Piano adottato, sono da considerarsi al di fuori dei limiti di quest’ultimo e quindi non procedibili. Peraltro, la Regione, con uno sforzo di chiarezza, fa osservare che il QTRP prescrive che gli ambiti urbanizzabili sono utilizzabili solo in via straordinaria.

Su questo aspetto, poi, il sindaco Mascaro dovrebbe chiarire perché si è discostato dal parere del dirigente pro-tempore che sulla proposta di deliberazione della Giunta Comunale al Consiglio richiedeva la «nuova adozione del PSC» con il conseguente obbligo di ripubblicazione degli atti, rispetto ai quali si sarebbe dovuta pronunciare la città con nuove osservazioni. La soluzione di Mascaro, invece, è stata quella di aggirare l’ostacolo tecnico- amministrativo individuando un nuovo dirigente ed un RUP già facente parte del gruppo di progettazione.

La città, poi, si dovrebbe interrogare perché alcune puntuali osservazioni al Piano sono state riesaminate e rideterminate, con particolare cura ed attenzione. Aspetti quest’ultimi che, come è evidente, non sono stati oggetto di valutazione dell’ufficio urbanistico regionale, che si è limitato «in linea generale» a sottolineare i principi tecnico-giuridici che devono accompagnare in maniera lineare il passaggio dall’adozione del Piano alla sua approvazione.

Per quanto concerne, invece, i requisiti di ammissibilità e di legittimazione, la Regione rinvia quindi la piena responsabilità al progettista, al RUP e al Consiglio comunale che farebbero bene, soprattutto per l’interesse della Città, del territorio e dei cittadini laddove siano configurabili profili di illegittimità, ad attenersi rigorosamente alle vigenti e cogenti disposizioni in materia che nella loro attuazione non consentono alcuna discrezionalità.

Poi – oltre all’attenzione che bisogna obbligatoriamente dare gli altri aspetti tecnici afferenti al Quadro territoriale paesaggistico regionale che impongono, come scrive la Regione, un adeguamento dei documenti di Piano – sarebbe importante capire il silenzio della Provincia e soprattutto della Sovrintendenza per i Beni Culturali, da cui – se visiona attentamente gli atti – ci si attende una coerenza sostanziale rispetto alle determinazioni assunte dalla Consulta circa l’inammissibilità delle premialità volumetriche illimitate nel tempo, peraltro previste dal REU in via ordinaria e sostanzialmente ispirati al più volte bocciato Piano casa regionale.

Gennarino Masi
Segretario cittadino PD

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