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Pensaci Giacomino: uno straordinario Leo Gullotta apre la stagione Ama Calabria

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CATANZARO.  Il pubblico delle grandi occasioni ha gremito il Teatro Comunale di Catanzaro dove si è esibito il grande attore Leo Gullotta protagonista assoluto di  Pensaci Giacomino di Luigi Pirandello per la stagione di prosa AMA Calabria.

Leo Gullotta non ha deluso le aspettative attraverso una prova viva, ironica con punte di garbata comicità nella quale sono emerse tutte le qualità del suo enorme talento e il pubblico ha tributato all’artista un vero e proprio trionfo con numerosi applausi a scena aperta e una standing ovation finale.

Accanto a Leo Gullotta in scena i bravissimi Liborio Natali, Rita Abela, Federica Bern, Valentina Gristina, Gaia Lo Vecchio, Marco Guglielmi, Valerio Santi e Sergio Mascherpa ottimamente diretti da Fabio Grossi.

La scenografia dello spettacolo di Angela Gallaro Goracci che firma anche costumi, è in uno stile pittorico che richiama l’espressionismo tedesco tanto caro a Pirandello. I protagonisti  sono sovrastati da “Giganti”, atti a rappresentare l’enorme peso del becero commento, della calunnia sociale, del perbenismo fasullo dei baciapile. Non abbandoneranno mai la scena, proprio come “corsi e ricorsi storici” vocazionali, tòpoi pirandelliani sempre presenti nelle sue opere.

La musica, non di semplice commento, ma forte e propositiva, propone “la voce critica della regia”, permutante liriche scritte da Pirandello e usate a commento della “tragedia civile” che si va consumando sulla scena. Durante lo spettacolo il pubblico ha potuto registrare tutta l’attualità del testo pirandelliano dove si affrontano in singolar tenzone, la solitudine, la condizione femminile, l’arrivismo dei burocrati, l’invadenza dei rappresentanti ecclesiastici, l’uomo depauperato fino al riscatto d’orgoglio. Tra questi ingranaggi, chi ci rimette di più è la donna, che si vuole sottomessa al giudizio di una società benpensante. E penalizzato è anche il ruolo dell’insegnate bistrattato e mal pagato, ieri come oggi, in barba alla delicata funzione sociale che soprintende”.

Da qui il matrimonio di facciata contratto da Agostino Toti per sottrarre Maddalena al destino di ragazza madre, dal momento che il coetaneo Giacomino, che ama e da cui è riamata, non ha il coraggio di assumersi le giuste responsabilità e vincere le resistenze della propria famiglia. Tutto questo è stato restituito dalla superba prova di Leo Gullotta al quale al termine dello spettacolo è stato donato un omaggio dell’orafo lametino Eugenio Rocca.

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