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I Porci comodi di chi resta Salame, contenti loro!

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Salame o Salomone, qual è la tua ambizione? Pensaci, perché tertium non datur.

Salame[Anticamente, con il termine salamen, si era soliti indicare, ancor prima che la carne sotto sale, il pesce salato, ovvero lo stoccafisso o il baccalà.
Per trasferimento di significato i due termini hanno poi definito  una persona insulsa e ottusa: sarebbe la consistenza dura (data dalla salagione) che accomuna i due prodotti a rimandare alla cocciutaggine tipica dello sciocco].
Ora, trascurando la digressione etimologica, nel tornare al quesito di partenza, propongo una scuola suina per l’insegnamento del Latinorum, per quanto la Buona novella vieti, senza mezzi termini, di “gettare le perle ai porci” (Mt VII, 6). Perché?

Scopriamolo direttamente dal

TESTAMENTUM PORCELLI:

ci fa più scuola lui, Porco cane, che il Porcellum:

su questo non ci piove!

Procediamo con ordine: intanto,  lo scriptor incertus del componimento pare sia vissuto attorno all’anno 350 d. C ed è citato da San Gerolamo nella prefazione al commentario ad Isaia: tra le altre cose, si dice espressamente che era un divertimento spassoso degli studenti e, perché no, anche dei docenti!

TESTAMENTUM PORCELLI IL TESTAMENTO DEL MAIALE
Incipit testamentum porcelli.

M. Grunnius Corocotta porcellus testamentum fecit. Quoniam manu mea scribere non potui, scribendum dictavi.

Inizia il testamento del maiale

Il sottoscritto M. Grugno Corocotta (1), maiale, ha fatto testamento. E non potendolo scrivere di mano sua, lo ha dettato affinché venisse scritto.

Magirus cocus dixit: “Veni huc, eversor domi, solivertiator, fugitive porcelle, et hodie tibi dirimo vitam”. Il cuoco Cuciniere  mi disse: “Vieni qua, porco che metti sottosopra tutta la casa, girovago e sempre fuggiasco, oggi porrò fine alla tua vita”.
Corocotta porcellus dixit: “Si qua feci, si qua peccavi, si qua vascella pedibus meis confregi, rogo, domine coce, vitam peto, concede roganti”. E il maiale Corocotta disse: “Se ho fatto qualche cosa di male, se ho peccato, so ho rotto dei vasi con i miei piedi, o Signor cuoco, ti chiedo di avere salva la vita, fai questa grazia a chi ti prega”.
Magirus cocus dixit: “Transi, puer, affer mihi de cocina cultrum, ut hunc porcellum faciam cruentum”. E il Cuciniere disse : “Vai garzone e portami un coltello dalla cucina per scannare questo maiale”.
Porcellus comprehenditur a famulis, ductus sub die XVI Kal. Lucerninas, ubi abundant cymae, Clibanato et Piperato consulibus. Et ut vidit se moriturum esse, horae spatium petiit et cocum rogavit, ut testamentum facere posset. E il maiale viene afferrato dai servi il sedicesimo giorno delle calende di Candelora , sotto il consolato dei consoli Tegame  e Speziato, quando abbondano le verze. E quando egli vide che doveva ormai morire, implorò un’ora di tempo e chiese al cuoco di poter fare testamento.
Clamavit ad se suos parentes, ut de cibariis suis aliquid dimitteret eis. Qui ait: E così chiamò a sé i suoi parenti per poter lasciar loro le sue cibarie. E così disse:
“Patri meo Verrino Lardino do lego dari glandis modios XXX, et matri meae Veturinae scrofae do lego dari Laconicae siliginis modios XL, et sorori meae Quirinae, in cuius votum interesse non potui, do lego dari hordei modios XXX. “A mio padre Verro de’ Lardi do e lego che siano dati trenta moggi di ghiande e a mia madre Vetusta Troia  do e lego che siano dati quaranta moggi di segale della Laconia e a mia sorella Grugnetta, alle cui nozze non potei esser presente, do e lego che siano dati trenta moggi di orzo.
Et de meis visceribus dabo donabo sutoribus saetas, rixoribus capitinas, surdis auriculas, causidicis et verbosis linguam, bubulariis intestina, isiciariis femora, mulieribus lumbulos, pueris vesicam, puellis caudam, cinaedis musculos, cursoribus et venatoribus talos, latronibus ungulas. et nec nominando coco legato dimitto popiam et pistillum, quae mecum attuleram: de Thebeste usque ad Tergeste liget sibi collum de reste”. Delle mia interiora do e donerò ai calzolai le setole, ai litigiosi le testine , ai sordi le orecchie, a chi fa continuamente cause e parla troppo la lingua, ai bifolchi le budella, ai salsicciai i femori, alle donne i lombi , ai bambini la vescica , alle ragazze la coda , ai finocchi i muscoli , ai corridori ed ai cacciatori i talloni, ai ladri le unghie ed infine, al qui nominato cuoco, lascio in legato mortaio e pestello  che mi ero portato: da Tebe fino Trieste ci si leghi il collo, usandolo come laccio”.
“Et volo mihi fieri monumentum ex litteris aureis scriptum: M. Grunnius Corocotta porcellus vixit annis DCCCC . XC . VIIII . S . quod si semis vixisset, mille annos implesset”. “E voglio che mi sia fatto un monumento con su scritto in lettere d’oro: Il maiale M. Grugno Corocotta visse 999 anni e mezzo e, se fosse campato ancora sei mesi, sarebbe arrivato a mille anni”.
“Optimi amatores mei vel consules vitae, rogo vos ut cum corpore meo bene faciatis, bene condiatis de bonis condimentis nuclei, piperis et mellis, ut nomen meum in sempiternum nominetur. Mei domini vel consobrini mei, qui testamento meo interfuistis, iubete signari”. “Carissimi miei estimatori e preparatori, chiedo che con il mio corpo vi comportiate bene e che lo condiate di buoni condimenti, di mandorle, pepe e miele in modo che il nome mio sia lodato in eterno. E ordinate al mio padrone e a mio cugino che sono stati presenti al testamento di firmarlo”.
Lardio signavit.
Ofellicus signavit.
Cyminatus signavit.
Lucanicus signavit.
Tergillus signavit.
Celsinus signavit.
Nuptialicus signavit.
Firmato da Lardone.
Firmato da Bisteccone.
Firmato da Comino.
Firmato da Salsiccio.
Firmato da Coppa.
Firmato da Capocollo.
Firmato da Prosciutto.
Explicit testamentum porcelli sub die XVI Kal. Lucerninas Clibanato et Piperato consulibus feliciter. Qui finisce in tutta regola il testamento del maiale, redatto il giorno 16° delle calende di Candelora, consoli Tegame e Speziato.

(Traduzione di E. Mori)

[(1) È possibile che il cognome ricordasse la frase corium coctum (cuoio cotto) con probabile allusione alle cotenne, chissà!].

Ai margini di questa traslitterazione, riporto una versione moderna del “Testamento del maiale” a riprova della popolarità che l’argomento ha mantenuto nei secoli: un’attualizzazione che riprende lo spirito ilare del testo latino, nella stessa piacevolezza, direi!

Io peccatore e lurido maiale 
devo morire perché è Carnevale, 
ma prima che sia morto e scenda all’orco, 
sentite che vi dice questo porco!

Al sindaco, che conoscete tutti, 
gli lascio i miei buonissimi prosciutti 
perché‚ per tutto l’anno, inverno e estate, 
si faccia le sue solite pappate.

Poi lascio al segretario comunale 
il mio grugnante grifo di maiale, 
perché lo ficchi sempre dappertutto, 
e s’ingozzi e non resti a becco asciutto.

Lascio il mio fiele al medico condotto, 
perché ci faccia un utile decotto, 
da dare come cura ai suoi malati, 
finché alla fine non li avrà spacciati.

Al parroco gli lascio la ventresca, 
che gli ricordi la sua bella tresca 
con la moglie del povero speziale, 
al quale lascio in dote un bel guanciale, 
su cui possa dormire sonni tranquilli, 
senza mettersi in testa certi grilli!

Infine lascio il resto del mio corpo, 
a chi gradisce e apprezza questo porco, 
che fra salsicce, sfrizzoli e prosciutto 
non se ne spreca niente, è buono tutto!

Così io vi farò peccar di gola anche da morto, 
basta la parola. 
Fra salsicce, salami e bei prosciutti 
uno per uno vi accontento tutti!

Ora, per concludere, se è vero che una delle regine indiscusse del barbecue è la salsiccia, ciò non vi autorizza a ragionare solo di pancia: essere Salami non è di un buon Porco!
Il latino, a ben vedere, è di casa persino in una stalla: possa la Sapienza insaccare questa bellezza vetusta grazie ad una simpatica Peppa pig, allora, che è un po’ il nostro Salomone, pardon, volevo dire il Salumiere di fiducia ed anche del buon gusto!

Petronio non è l’unico Arbiter elegantiae!

Si contende il titolo il Porcellus non il Porcellum!

Prof. Francesco Polopoli

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