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Al Sabato del Villaggio a spasso nella grande storia con Paolo Di Giannantonio

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Al Sabato del Villaggio a spasso nella grande storia con Paolo Di Giannantonio

Il Palazzo del Seminario di Lamezia Terme ha fatto da cornice anche al quarto appuntamento del Sabato del Villaggio, rassegna culturale il cui tema portante è quest’anno: «Il mondo che vorrei…», con al centro i giovani

Ospite dell’incontro è stato questa volta Paolo Di Giannantonio, noto conduttore del Tg1 e di Unomattina nonché inviato di guerra nelle zone calde del mondo.

Durante la serata, Di Giannantonio ha raccontato con ironia e leggerezza le esperienze di quasi cinquant’anni di carriera giornalistica.

Una cavalcata che ha riguardato le sue leggendarie corrispondenze dai dai Paesi islamici, il quasi incontro con Osama Bin Laden, l’epica intervista a Nelson Mandela appena uscito dal carcere dopo 25 anni, il caso Moro, l’arresto di Enzo Tortora al quale era presente come cronista, l’attentato a Giovanni Paolo II e l’intervista all’attentatore.

Ma si è soffermato anche su come l’informazione sia cambiata e con essa la deontologia giornalistica. Una serata che ha visto protagonisti anche i giovani: le giornaliste in erba del Liceo Fiorentino (Marika Scalise, Angela Amatruda, Federica Turtoro, Raffaella Pallaria) perfettamente calate nel loro ruolo e il talentuoso giovane pianista Jovanny Pandolfo, raffinato interprete di due brani di Astor Piazzolla.

Special guest lo stilista Anton Giulio Grande che ha onorato la rassegna con la sua presenza.

Un ultimo pensiero Di Giannantonio l’ha avuto per la Calabria dove torna sempre perché sa che ogni volta troverà una nuova storia da raccontare. Insomma, un giornalista d’altri tempi, che ha il coraggio di manifestare liberamente le proprie idee.

Al Sabato del Villaggio a spasso nella grande storia con Paolo Di Giannantonio

Ultimo atteso evento della rassegna, sabato 13 maggio, con Giulio Iacchetti, designer di fama internazionale, che racconterà la storia di oggetti iconici di uso quotidiano alla cui forma siamo spesso assuefatti, ma che nascondono una ricerca estetica straordinariamente profonda.

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