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Saccomanno (Lega): Salvare il Porto di Gioia e individuare eventuali responsabilità

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La direttiva europea era già conosciuta da molti mesi: come mai il Presidente Agostinelli si è ricordato solo nella seconda settimana di settembre?

Comunicato Stampa

Tutti al capezzale del Porto di Gioia Tauro per cercare, in qualche modo, di evitare che la direttiva europea possa penalizzare pesantemente la prosecuzione dell’attività.

E’ fondamentale che si trovi una soluzione per evitare che la struttura possa chiudere e mandare a casa migliaia di lavoratori. Qualsiasi azione, richiesta, condotta è accettata e plausibile, purché si trovi una soluzione entro il 31.12.2023.

Dal primo gennaio 2024, infatti, in mancanza di interventi risolutivi, ci saranno costi insostenibili per gli armatori e, quindi, il traffico di transhipment sarà, sicuramente, dirottato verso porti che non avranno tali problemi. Port Said e Tangeri sorrideranno e Gioia Tauro e l’intera Italia piangeranno.

Quindi è importantissimo che ognuno faccia il possibile per raggiungere una soluzione sostenibile. Ma, questo non è, sicuramente, sufficiente. Il problema dei costi, però, era già noto prima della emissione della direttiva europea e, comunque e certamente, sin dal 10.05.2023 (data di pubblicazione della direttiva 2023/959).

Come mai il problema è stato sollevato solamente nella seconda settimana di settembre e qualche giorno prima della presentazione dei possibili emendamenti? Cosa è stato fatto da maggio sino a settembre? Si sarebbe potuto intervenire prima? Certamente si.

Tanto è vero che non si ha conoscenza, visti i tempi strettissimi, della presentazione di qualche possibileemendamento o, comunque, di un’azione concreta portata avanti a Bruxelles.

Non può, pertanto, non evidenziarsi che chi governa una struttura debba essere sempre sul pezzo e debba fare di tutto per tutelarla con diligenza ed attenzione. Nel caso specifico, non pare che Agostinelli abbia avuto condotte adeguate e, invece, emergerebbero comportamenti quantomeno negligenti.

Può la governance ricordarsi di un problema così serio ed essenziale per la vita dello scalo solo dopo 4 mesi e a pochi giorni dalla presentazione di possibili emendamenti?

Sicuramente, il problema poteva affrontarsi prima e, forse, ci sarebbero state maggiori possibilità di intervento. In ogni caso, oggi bisogna tutti remare verso il salvataggio del porto e fare tutto ciò che sarà possibile.

Ma, non permetteremo che eventuali responsabilità possano scaricarsi su chi non aveva alcuna competenza per il controllo e per eventuali interventi.

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