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Scuola. Il malcontento delle famiglie lametine: lettera aperta al sindaco Mascaro

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta di un genitore al primo cittadino di Lamezia Terme sull’emergenza Covid

“Egregio sig. Sindaco Mascaro, le scrivo per attenzionarle alcune problematiche delle famiglie lametine delle quali, ad oggi, non sembra averne tenuto debitamente conto.

A scanso di equivoci, non le scrivo in qualità di rappresentante dei genitori di una scuola della città, neppure come dirigente di un partito lametino e neppure come marito di un insegnante della sua città, le scrivo solamente in qualità di semplice cittadino e padre di famiglia che esige dal proprio sindaco una particolare attenzione alla salute pubblica dei suoi concittadini.

Non mi riferisco all’ inefficienze dei servizi ma alla sua impassibilità relativa alle richieste che le giungono dai cittadini sulla sua gestione del covid da moltissime famiglie che non vogliono mettere a repentaglio la salute dei loro piccoli oltre che di tutto il personale scolastico.

Pur non credendo all’efficacia dei social, noto sul suo profilo FB numerosissime famiglie che la implorano a chiudere le scuole.

Lei non pare di aver recepito i messaggi che giungono dalle famiglie ma neppure da eccellenti virologi e professionisti del settore poiché non ha ancora chiuso tempestivamente tutte le scuole di ogni ordine e grado così come hanno fatto invece moltissimi altri Sindaci del nostro stesso comprensorio, di territori limitrofi al nostro, di altre grandi città del sud, di molti Presidenti di Regione che hanno agito invece in prevenzione.

Non vorrei che stia sottovalutando il problema del Covid a Lamezia ritenendola, forse, un zona immune o poco colpita giacché i numeri ufficiali tanto contestati che quotidianamente fornisce, dicono invece che bisognava agire sin da subito. Bisognava agire in prevenzione nell’estate, a fine estate con adeguati controlli e messaggi alla città.

Lei in qualità di primo cittadino e principale responsabile della salute nel suo territorio in concerto con l’intero consiglio comunale che ha poteri di programmazione e di controllo, non si è forse ancora reso conto del dramma al quale andremo incontro se non dovesse intervenire, seppur tardivamente, per contrastare a livello locale la diffusione del virus fattivamente e con messaggi adeguati alla realtà che la città sta vivendo.

Non si può assistere passivamente e subire il verificarsi degli eventi, ma bisognerebbe quantomeno contrastarli con efficaci ed incisive azioni di prevenzione.

Noi, genitori di un’intera classe della sua città, responsabilmente e ad unanimità, non suscitando appositamente allarmismi e clamori mediatici, nelle scorse settimane ci siamo autodeterminati ed oserei dire, autodifesi, decidendo di non mandare più nostri figli a scuola. Sarebbe utile farsi una domanda sul perché!

Solo successivamente è intervenuta la zona rossa (atto che personalmente non condivido per ragioni diverse dalle sue e sulle quali non mi posso soffermare in questa occasione), che però ci ha levato l’imbarazzo di scegliere tra la salute e l’istruzione, poiché per quei giorni non era ancora stata attivata loro, ovviamente e comprensibilmente, la DAD.

Imbarazzo che a quanto pare da lei non è avvertito poiché forse l’assilla più la problematica relativa alla scelta – non scelta – tra il dramma dell’economia e quello della salute pubblica.

Mi permetto di suggerirle, così come ho cercato di fare più volte ma inascoltatamente di persona, d’invertire i valori ai quali lei probabilmente s’ispira mettendo al primo posto la tutela della salute pubblica nel suo territorio, poiché non c’è economia che possa reggere nei luoghi dove non c’è salute, e non lo dico certo io ma i maggiori economisti del mondo che ne sanno sicuramente molto più di me, e credo, sbilanciandomi forse, anche più di lei.

Con l’inerzia o con rimedi frammentari e poco incisivi si manderanno molte imprese al collasso più di quanto si potrebbe fare con interventi, volti apparentemente a loro svantaggio ma che in realtà si rivelerebbero per gli effetti, esclusivamente a loro tutela.

Nessuno compra o ha fiducia e slancio sui consumi se è preoccupato per la salute della sua famiglia prima ancora che di se stesso. Bisogna agire poiché le due esigenze apparentemente in contrasto, in realtà camminano di pari passo.

Più salute equivale a più economia, ma a prescindere, la prima non è certamente assoggettabile ad alcuna discussione o discrezionalità!

Sindaci, Presidenti di Regione (anche di zone gialle), l’ordine dei medici, dei Pediatri, Virologi vari, quotidiani come Il sole 24 ore, Italia oggi, e varie testate giornalistiche a tiratura nazionale dimostrano con numeri alla mano, che la diffusione dei contagi nelle scuole è molto alta e che la ripresa del virus è partita proprio in coincidenza della loro apertura e suggeriscono con forti messaggi, di tenere a casa i propri figli.

Anche a Lamezia sono state ormai chiuse a fasi alterne moltissime scuole con la tecnica dell’intervento chirurgico solo laddove, ormai la situazione risulti palesemente fuori controllo.

La invito invece, come suo concittadino e soprattutto come padre di famiglia, ad agire in prevenzione e con precauzione chiudendo sin da subito tutte le scuole di ogni ordine e grado nella città, poiché per fortuna a ridosso dell’anno 2021, abbiamo l’alternativa della didattica a distanza che è uno strumento della salute pubblica “temporaneamente insostituibile”, dato lo stato di emergenza nazionale per pandemia e gli altissimi contagi che sta subendo il mondo della scuola.

Lei probabilmente crede molto più del sottoscritto alle politiche adottate dal Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina che difende ad ogni costo, la didattica in presenza. I fatti però le stanno dando clamorosamente torto.

Ovviamente ritengo la DAD una valida e solo momentanea alternativa in seguito al verificarsi dell’evento pandemico, ma certamente non paragonabile alle sempre valide ed efficaci qualità della didattica in presenza.

È terribile se non quasi un castigo per i bambini recarsi a scuola con l’obbligo della mascherina, con i giubbotti in classe per l’obbligo di aereazione e costretti a tutte le limitazioni dei protocolli covid in assenza di qualsiasi forma di socializzazione con i compagni e con le insegnanti. A mio avviso queste sono condizioni peggiori di quelle di stare nella propria casa seguendo a distanza ed in sicurezza le lezioni dell’insegnante.

Le riporto per un’ulteriore riflessione, cosa detto in un’intervista al Corriere della Sera di oggi, da Anna Maria Brambilla primaria del Pronto soccorso dell’Ospedale Sacco di Milano in riferimento al Covid-19:

Non è facile fermarlo. «Capisco il problema dell’economia, ma la situazione è davvero disperata. La gente deve sapere. Milano deve sapere e capire. Al momento, l’unica vera arma contro questo virus è proprio riconoscerlo per quello che è: un nemico malefico, che ti prende alla sprovvista, che sbriciola le difese umanitarie. Un nemico mortale».

Sindaco Mascaro chiuda le scuole per il bene dei suoi concittadini!”

                                                                                                                  Pasqualino Raso, padre di famiglia e

                                                                                                                  semplice cittadino di Lamezia Terme

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