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“Tendenze artistiche”, il progetto della 3D del Liceo Scientifico Galilei

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"Tendenze artistiche", il progetto della 3D del Liceo Scientifico Galilei

Abitare la città e non conoscerla. Vivere le sue strade, le piazze, gli slarghi e i vicoli, calpestarne il suolo e respirarne gli odori, ma nonostante tutto esserne lontani, staccati, disinteressati, avulsi, con il pensiero rivolto ad altro e i sogni che volano via verso altri luoghi.

Questa dimensione dell’essere accomuna gran parte delle nuove generazioni che vivono un preoccupante distacco dal proprio ambiente vitale. Dalla constatazione di questa problematica e dal dibattito sull’argomento è nata la necessità di trovare un collegamento, stabilire un legame concreto, forte, visibile e condivisibile, con la città.

A questo punto abbiamo cominciato e scandagliare la città, cercando nei suoi ambiti più reconditi e dimenticati lo stimolo per lanciare una rivalutazione e innescare un processo di rinascita.

L’arte contemporanea ci è sembrato che avesse tuti i requisiti di linguaggio, approccio e interesse per analizzare e poi creare un messaggio da lanciare al mondo intero.

La scuola, il Liceo, il luogo della crescita culturale, il nostro spazio dove si impara la vita, il nostro punto di partenza per andare alla conquista della città. Il nostro liceo è in crescita e oggi si trova ad affrontare il difficile problema della carenza di aule. È stato questo il nostro input mentale: perché non portare la scuola fuori? Strade, piazze, bordi dei torrenti, i binari del treno, la stazione, luoghi marginali e molto spesso abbandonati, un tempo molto vivaci e frequentati, oggi privi di vita se non in quei brevi momenti di passaggi casuali, possono trasformarsi, attraverso le nostre performance in nuovi scenari di vita, in nuovi luoghi di interesse.

La nostra esperienza artistica è iniziata con una fase di conoscenza ed esplorazione del panorama artistico contemporaneo; una dimensione nuova per noi, poiché non ancora affrontata nei programmi di storia dell’arte fin qui studiati. Per questo motivo la formazione è passata necessariamente attraverso la visita ai musei, alle gallerie d’arte, oltre che dall’ascolto del vissuto di artisti e critici d’arte.

Abbiamo appreso termini nuovi riferiti alle opere d’arte: spettacolarità, provocazione, grande impatto emotivo, sarcasmo, ironia, memoria, rivalorizzazione del territorio, riciclo di materiali già usati. Tutto ciò è stato di grande impatto e di notevole aiuto per stimolare la nostra creatività. Credere di poter dar vita a una performance artistica utilizzando materiali inusuali e diversi, espressioni non convenzionali e, soprattutto, strumenti che appartengono alla nostra quotidianità, come fotocamere, cineprese, computer portatile e lo stesso telefono cellulare, ha dato grande slancio alla nostra fantasia.

Tra le tante esperienze vissute, abbiamo visitato una sezione dell’antico palazzo baronale dei Nicotera – Severisio, oggi trasformato in biblioteca comunale e sala espositiva per mostre temporanee, in cui è stata allestita una mostra dal nome «Essenza duale». La mostra, curata dal critico d’arte Teodolinda Coltellaro, si articola in 3 stanze contenenti opere in ceramica bianca con inserti policromi realizzate dallo scultore e ceramista Antonio Saladino come omaggio ad artisti del Novecento come: Rotella, Marasco, Berlingieri, Marra e Guerrieri.

Durante lo svolgimento del PON abbiamo avuto l’occasione di seguire due incontri con l’accademico Giuseppe Bagnato che ci ha parlato di alcune delle performances e opere di arte contemporanea più conosciute. Ricordiamo alcune opere d’arte contemporanea dal forte impatto emotivo, dove la provocazione e la spettacolarità toccano la sensibilità, il sentimento e l’intelligenza dei fruitori. Le parole chiavi di questo progetto sono infatti: spettacolarità, provocazione, impatto emotivo, scandalo, ironia, sarcasmo, riciclaggio.

Un’opera di Bansky a Kiev raffigura un bimbo judoka che stende a terra un uomo adulto, con un richiamo al presidente russo Vladimir Putin. Questo perché Putin è un esperto di arti marziali mentre il bambino rappresenta l’Ucraina, le nuove generazioni e l’arte. Bansky è un muralista e street arter che punta a riqualificare gli spazi urbani, obiettivo del nostro progetto.

Un’altra opera significativa per l’ambiente è stata realizzata dall’artista e pittore Alberto Burri: una colata bianca di cemento che si estende nel luogo in cui sorgeva la città Gibellina che fu distrutta dal terremoto del 1968. È considerata un’opera d’arte emblematica e controversa, che affronta tematiche legate alla distruzione, alla rinascita e al ruolo dell’arte nella società. Viene ritenuta da alcuni un’opera d’arte straordinaria, in grado di cambiare la distruzione in bellezza e di preservare la memoria di ciò che è stato perduto, altri, invece, criticano la scelta di coprire completamente l’antica città, sostenendo che si sia persa la possibilità di conservare le testimonianze storiche e che si sia cancellata la memoria del passato.

La performance “legarsi alla montagna” di Maria Lai ha come tema il legame infatti con questa opera l’artista voleva mettere pace alle persone del suo paese. Decise di collegare le case del paese con un filo a seconda del legame che vi era tra le case vicine.

“The weather project” è un’opera di Eliasson Olafurn del 2003 con luci a bassa frequenza e modifica lo spazio a seconda delle luci. Dà la sensazione che ci sia tanta luce ma è ambientata in Inghilterra dove invece piove sempre. Questa è un’opera interattiva che può far riflettere sugli spazi esterni.

Clicca qui per vedere il progetto realizzato dagli studenti.

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