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Tra filosofia e sentimento

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Tra filosofia e sentimento

Questo tempo sospeso che la pandemia ci ha regalato ha i connotati dell’incertezza perenne, uno stato di malessere in cui  si infrangono i progetti, i programmi di vita, le attese, i desideri irrealizzati

Tutto sembra sfuggire al nostro controllo, insieme alla possibilità che ogni giorno ci si presenti con i caratteri dell’assoluta novità, di avvenimenti indesiderati, di  notizie che sconvolgono la  nostra dimensione più privata e in cui tutto sembra perdere di senso.

Fin dalla loro nascita, gli uomini hanno inconsapevolmente cercato delle risposte che potessero supportare e dispiegare la propria esigenza di benessere, entrando poi piano piano nell’ottica della ricerca di quella incredibile aspirazione che si chiama “Felicità”, identificandola con la pressante ma necessaria esigenza di soddisfare ora questo ora quel bisogno, in un accavallarsi di emozioni e desideri.

Una riflessione molto interessante è quella che ci viene dal sociologo polacco Zygmunt Bauman, “L’arte della vita”.

L’incertezza è l’habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane. Sfuggire all’incertezza è un ingrediente fondamentale, o almeno il tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita della felicità. E’ per questo che una felicità “autentica, adeguata e totale” sembra rimanere costantemente a una certa distanza da noi: come un orizzonte che, come tutti gli orizzonti, si allontana ogni volta che cerchiamo di avvicinarci ad esso.

Secondo Bauman, oggi la felicità diventa un miraggio sempre più difficile da raggiungere, immersi come siamo in una società liquida” che rende il mondo mutevole, effimero e privo di qualsiasi stabilità, dove nulla può consolidarsi,  i legami si sciolgono, i rapporti umani sono aleatori, messi continuamente alla prova dalla nostra voglia di essere liberi, autonomi e indipendenti, dove la ricerca della libertà produce minore sicurezza e porta all’incertezza e allo smarrimento.

Così anche l’amore, da solida struttura della società moderna, diventa liquido. Le relazioni diventano connessioni, l’amore si riduce a desiderio e, nel rincorrere la libertà a tutti i costi, finiamo per rimanere soli.

Difficile cercare risposte in un momento in cui l’aggravarsi della situazione pandemica, non ha fatto altro che mettere l’accento su una situazione preesistente di una socialità problematica e insoddisfacente, ma tutto ciò che possiamo fare in questo momento è tentare di recuperare la nostra integrità, vivere questo tempo preservando i sentimenti, modulando e trasformando le paure in maggiore empatia, rispetto per gli altri, collaborazione e compassione.

Gianna Nicastri

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