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VacantLab. In scena “Romeo e Giulietta” per ricordare Antonio Federico

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VacantLab. In scena "Romeo e Gulietta" per ricordare Antonio Federico

Lamezia Terme, 12 aprile. È stato il Teatro di S. Eufemia ad ospitare quest’anno lo spettacolo in ricordo del piccolo Antonio Federico, prematuramente scomparso qualche anno fa.

In scena gli alunni della Scuola secondaria di I grado dell’Istituto Comprensivo S. Eufemia con una rilettura del capolavoro di Shakespeare Romeo e Giulietta per la regia di Pierpaolo Bonaccurso.

Il progetto, fortemente voluto e sostenuto dalla famiglia Federico in collaborazione con l’Associazione teatrale I Vacantusi, viene realizzato ogni anno coinvolgendo gli studenti delle scuole secondarie di I grado del territorio lametino. Un modo per mantenere viva la memoria di Antonio che amava molto il teatro e per dare la possibilità a tanti ragazzi come lui di seguire i laboratori teatrali avvicinandosi al mondo dell’arte scenica.

Il laboratorio è parte integrante della sezione VacantLab del progetto a validità triennale Vacantiandu con la direzione artistica di Diego Ruiz e Nico Morelli e la direzione amministrativa di Walter Vasta, finanziato dalla Regione Calabria con Fondi PAC.

Impegno, divertimento, tecnica, gioco, racconto, esibizione, ironia e autoironia, morali rovesciate e rovesciamento di ruoli, gag individuali estemporanee, incursioni sceniche di singoli con qualche vena di protagonismo compiaciuto ma anche scambio di energie che diventano forza collettiva per una messinscena che si presenta in forma di studio, di work in progress per dei giovani “attori” che si pongono in piena libertà davanti a un sacro testo classico per dissacrarlo pur mantenendone inalterato lo spirito. Una lettura decisamente alternativa – con giochi di luce di grande effetto e scene agili e spiritose – che scaturisce dalla voglia di giocare e di divertirsi tra balli, canti, prove di memoria in rima, finte morti e resurrezioni con il continuo avvicendamento di Guliette che ben rende l’idea della dimensione corale di questa narrazione dal ritmo frenetico e allegro con finale a sorpresa. Eppure si coglie il grande impegno, la grande tensione emotiva ed espressiva in questa favola contemporanea che ha il sapore della meraviglia stampata in quegli occhi estatici, nelle bocche socchiuse che si allargano in sorrisi immensi quando arriva il momento degli applausi finali. Meritatissimi, per tutti.

Perché il teatro è il luogo dove tutto può accadere e a fare teatro a scuola si impara sempre qualcosa di nuovo, di unico, di decisamente significativo. Ci si sente parte di un gruppo in cui si è uguali e solidali, e in cui ognuno sa di essere riconosciuto e valorizzato per le proprie capacità e il proprio carattere. Un senso di appartenenza che aiuta a superare i propri blocchi emotivi ed espressivi e ad acquisire la capacità di comunicare anche se, indipendentemente dal livello tecnico raggiunto, l’affetto e la solidarietà che nascono tra chi fa teatro è l’effetto della condivisione che si crea quando si ha un obiettivo comune da raggiungere. E un plauso va a questi 14 giovani protagonisti: Lorenzo Belvedere, Erica Bonaddio, Adrine Cristiano, Alla Ennaui, Iness Guitt, Maria Chiara Mauro, Gioele Mazzocca, Lucrezia Mura, Domenico Muraca, Letizia Muraca, Federica Napolitano, Michelle Persico, Claudia Sacilotti e Fabiola Trunzo che hanno aderito immediatamente al progetto accogliendolo con entusiasmo e condividendone lo spirito: mantenere vivo il ricordo di Antonio Federico, un ragazzo come loro con l’amore per il teatro.

Per oltre 2 mesi i ragazzi hanno profuso impegno e passione nel frequentare con assiduità il laboratorio condotto da Pierpaolo Bonaccurso con la preziosa collaborazione della professoressa Francesca Scarpino, in qualità di tutor e Angela Gaetano, responsabile organizzativa dei laboratori teatrali dell’Associazione teatrale “I Vacantusi”, le quali hanno saputo guidare, motivare e sostenere i ragazzi cogliendo e valorizzando le attitudini, le vocazioni e le sensibilità di ciascuno.

Al termine dello spettacolo Nico Morelli e Walter Vasta hanno consegnato la tradizionale maschera di ceramica, simbolo della rassegna Vacantiandu, al regista Pierpaolo Bonaccurso e all’avv. Paolo Mascaro, già sindaco della Città di Lamezia Terme, per la sua vicinanza nel sostenere questo importante progetto che coinvolge le scuole del territorio lametino. Mentre le targhe con il simbolo dell’Infinito, legato al nome del piccolo Antonio, sono state consegnato da Pippo Federico alla professoressa Francesca Scarpino e alla dirigente scolastica Fiorella Careri dell’Istituto Comprensivo S. Eufemia per la sensibilità e la disponibilità che hanno dimostrato nell’accogliere e realizzare l’iniziativa per il terzo anno consecutivo e all’avv. Paolo Mascaro, in segno di stima e di affetto per aver sempre condiviso e sostenuto il Premio dedicato al ricordo di Antonio.

 

Giovanna Villella

[foto di scena Ennio Stranieri]

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