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Catanzaro aderisce alla Rete Re.A.Dy. e inaugura la panchina arcobaleno

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Catanzaro aderisce alla Rete Re.A.Dy. e inaugura la panchina arcobaleno

In occasione della giornata mondiale contro l’omo-trans fobia, che ricade il 17 maggio il Comune di Catanzaro aderisce alla Rete nazionale delle Pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.

Una tavola rotonda più che interessante, dove svariate persone impegnate in politica e nel sociale, hanno potuto dire la loro su una tematica ancora troppo attuale.

Abbiamo intervistato chi si è speso perché questo avesse corso, iniziando con l’Assessore Daniela Palaia, tra le promotrici dell’iniziativa: “Abbiamo voluto far coincidere con la giornata internazionale contro ogni discriminazione, una giornata per noi molto significativa per l’amministrazione comunale di Catanzaro, che per la prima volta aderisce alla rete nazionale e antidiscriminazione e lo fa intanto con una tavola rotonda a cui abbiamo invitato associazioni, movimenti, persone che vogliono dare il loro contributo in quello che noi consideriamo un percorso necessario che la nostra città può fare attraverso azioni concrete in un percorso di sensibilizzazione verso un assetto che speriamo, definitivo, antidiscriminante per orientamento sessuale e per identità di genere. Speriamo di poter concretizzare e porre in essere azioni concrete che riguardino sia profili educativi che formativi, e perché no, persone all’interno della Pubblica Amministrazione con una serie di buone pratiche che poi possano appunto concretizzarsi sempre per il superamento delle discriminazioni. Subito dopo la tavola rotonda seguirà l’inaugurazione di una panchina arcobaleno, la cui interpretazione è stata affidata ai ragazzi dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e non è un caso, in quanto è evidente che gli studenti dell’accademia di Belle Arti hanno una sensibilità artistica davvero unica”.

E’ la volta di Rosario Bressi, Presidente delle Arci di Catanzaro: “Quando si tratta di diritti civili e diritti sociali è un terreno che noi piace praticare, nel quale ci cimentiamo ogni giorno con la nostra vita associativa, con tutti i soci che abbiamo in tutta Italia. Insomma con i comitati, i volontari, facciamo aggregazione sociale con lo sguardo sempre rivolto alla partecipazione, alla antidiscriminazione, ai diritti e saremo sempre al fianco di chi vuole tutelarli, specie quelli costituzionalmente garantiti”.

Incontriamo anche l’Assessore alla Cultura nel comune di Catanzaro Donatella Monteverdi: “Sono veramente contenta, in parte mi dico che c’è ancora bisogno di queste cose e dovremmo vivere questo nell’assoluta normalità dei nostri rapporti quotidiani, purtroppo siamo ancora lontani da questo fine e da questo normale modo di svolgimento dei rapporti umani che non riguarda solo la Città di Catanzaro, non riguarda solo la Calabria e non riguarda solo l’Italia. Sono molto felice di avere portato nella mia giunta, soprattutto su richiesta della nostra base politica, della consigliera Palaia e di tanti altri consiglieri, questa iniziativa. Perché questa è la politica, quando noi diamo seguito a ciò che è un sentire comune così come stato. E sono ancora altresì contenta che questa cosa trovi, ormai, la vicinanza di questa Città, anzi, direi la consonanza con la Accademia di Belle Arti. Credo che le istituzioni, le agenzie formative, devono fare tanto e devono farlo insieme”.

In fine, ma non per ultimo, Marco Marchese, attivista storico per i diritti civili, da anni impegnato a livello locale e non, esponente dell’Associazione Radicale Certi Diritti:

La Rete Re.A.Dy è la rete nazionale di enti locali, che raccoglie Comuni, Provincie e Regioni, racchiusi sotto il cappello, diciamo così, di un protocollo, che si impegnano a rispettare per il superamento dell’ omo-lesbo-bi-transfobia. Questa è una cosa molto importante per la città di Catanzaro, direi storica, poiché tutti gli enti che aderiscono a questa rete si impegnano ad applicare un protocollo con azioni concrete di politiche antidiscriminatorie per andare a superare, la cultura della tolleranza nei confronti della comunità LGBTQ+.

La cultura della tolleranza non è un sentimento propriamente positivo, perché quel sentimento che tollera nella misura in cui vengono rispettati determinati canoni e regole, e l’applicazione di questo protocollo ci traghetta alla cultura del rispetto, che un qualche cosa di molto più inclusivo ed è a questo che noi dobbiamo ambire, quando parliamo di comunità LGBTQ+ che è bene ricordare sempre, cosa significa questo acronimo, ovvero lesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersex, queer e tutte le persone che non si identificano nel binarismo di genere”.

Riccardo Cristiano

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