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Giorno del ricordo, Gianturco: realizzare un monumento in memoria dei lametini infoibati

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Il dovere delle istituzioni è quello di onorare la memoria delle migliaia di infoibati e delle centinaia di migliaia di esuli giuliani e dalmati perseguitati dai partigiani comunisti durante gli ultimi anni della seconda guerra mondiale e in quelli immediatamente successivi.

Una vera e propria pulizia etnica nei confronti degli italiani che ancora oggi alcuni cercano di minimizzare e giustificare. Occorre dare maggiore importanza a questa giornata attraverso la realizzazione di una stele nella città di Lamezia Terme, da posizionare nel centro cittadino per dare maggiore dignità ad un evento commemorativo così importante che ha visto coinvolti anche cittadini nati nella nostra città.

Ad affermarlo è il consigliere comunale Mimmo Gianturco.

“E’ dovere di ognuno di noi partecipare alla commemorazione dei martiri delle Foibe e degli esuli giuliano dalmati, massacrati e costretti, nel decennio successivo alla seconda guerra mondiale, ad abbandonare la loro terra poiché italiani e perciò perseguitati dai partigiani jugoslavi titini con l’aiuto dei partigiani italiani inquadrati in diverse Brigate comuniste. Per troppo tempo, questa triste pagina della nostra storia è stata volutamente sottaciuta con la complicità dei vari governi nazionali che si sono susseguiti nei decenni successivi ma, grazie ad una importante battaglia politica durata diversi anni, con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, è stata finalmente istituita la Giornata del Ricordo per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati”.

“Anche la nostra città ha avuto i suoi martiri – ricorda Gianturco – e grazie all’input del professor Francesco Mastroianni, attento conoscitore della vicenda del confine Orientale, il Centro di Documentazione e Studi su Lamezia e il Comprensorio Lametino della Biblioteca Comunale ‘Oreste Borrello’, approfondendo la tematica attraverso importanti studi e ricerche, è riuscito a fare luce su una significativa vicenda finora rimasta sconosciuta a tutta la città, ossia quella del sotto brigadiere della Guardia di Finanza Salvatore Coccimiglio, nato a Sambiase il 24 dicembre 1899, rimasto vittima della violenza dei partigiani comunisti, infoibato insieme ai finanzieri della Caserma di Campo Marzio nella foiba di Basovizza diventata monumento nazionale. Purtroppo Coccimiglio non è l’unica vittima lametina di questa tristissima vicenda, occorre ricordare anche il Maresciallo Capo P.S. RSI Vincenzo Russo, il soldato Antonio Canna, il Bersagliere Antonio Claudio Vallone e il Milite della Guardia Nazionale Repubblicana Vincenzo Trovato”.

“Anche il nostro territorio, dunque – sottolinea Gianturco – ha pagato con il sangue ed è quanto mai opportuno che la città di Lamezia Terme gli renda finalmente il giusto onore attraverso la realizzazione di una stele e/o un monumento da posizionare nel centro cittadino, possibilmente vicino alle scuole, per dare maggiore dignità ad un evento commemorativo così importante che ha visto coinvolti i nostri concittadini. Spero che questa proposta ufficiale sia condivisa dal sindaco e dall’intero consiglio comunale e mi auguro che nei prossimi mesi si riesca a concretizzare tutto ciò, anche al fine di evitare che la commemorazione di una giornata così importante, si tenga lungo il bordo di una strada a scorrimento veloce che è via Martiri delle Foibe

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