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Guccione: “L’ospedale di Cosenza rischia di diventare focolaio di Covid-19”

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Carlo Guccione

Carlo Guccione

Ci sono responsabilità ben precise sulla situazione in cui versa oggi l’Annunziata di Cosenza, con medici e operatori sanitari costretti a combattere questa terza ondata, ancora una volta, a mani nude con il rischio che lo stesso ospedale diventi focolaio di infezione da Covid-19

Comunicato stampa

Non solo non sono state adottate misure efficaci a contrastare il Covid-19 ma nell’ultimo anno si sono registrate ben 272.120 prestazioni ambulatoriali ospedaliere in meno, sono stati annullati o posticipati migliaia di ricoveri e interventi chirurgici che hanno impedito a tanti calabresi di ricevere le cure appropriate. Tra queste cono incluse anche quelle oncologiche e cardiologiche.

Che fine ha fatto il Piano di riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19 che prevedeva, ad esempio, per l’Azienda ospedaliera di Cosenza 34 posti letto aggiuntivi di Terapia intensiva? Addirittura, veniva specificato minuziosamente dove ubicarli attraverso la ristrutturazione dell’intero secondo piano del Plesso “Medicine” all’interno dello stabilimento dell’Annunziata contiguo strutturalmente e funzionalmente al plesso Dea.

Anche l’ex commissario, Giuseppina Panizzoli, ha la responsabilità di non aver attuato il Piano contribuendo a portare al collasso l’ospedale. L’attuale commissario non può continuare a perseguire la stessa strada, se c’è batta un colpo e assuma azioni immediate e concrete per impedire l’inesorabile declino nel quale rischia di sprofondare l’importante presidio ospedaliero.

Inoltre, il Piano prevedeva la realizzazione di un’area ad elevata intensità di cura nel plesso 39 dello stabilimento con la realizzazione di 28 posti di Terapia semi-intensiva, di cui 14 immediatamente convertibili in posti letto di Terapia intensiva.

Di tutto questo non vi è traccia, così come non si hanno notizie dell’adeguamento degli impianti dell’attuale palazzina “Malattie infettive” dove trova collocazione anche la Pneumologia. L’adeguamento impiantistico era previsto anche per lo stabilimento di Rogliano, già individuato come struttura Covid con ordinanza della Giunta regionale, con 14 posti letto attivi. Infine, il Pronto soccorso di Cosenza che, come si può leggere all’interno del decreto di attuazione del Piano, al fine di gestire adeguatamente eventuali future emergenze pandemiche si intende potenziare l’attuale struttura attraverso, tra l’altro, l’allocazione nel piazzale di accesso al Pronto soccorso, su spazio idoneo esistente, di una struttura prefabbricata rimovibile per collocare il Pre-Triage dedicato ai malati Covid. Per il Pronto soccorso di Cosenza è stato previsto anche l’adeguamento impiantistico per trattare pazienti infetti, la riqualificazione degli spazi per l’installazione di una Tac dedicata a malati Covid, la riqualificazione e riorganizzazione degli accessi al Dea al fine di assicurare la definitiva separazione dei percorsi Covid e non Covid.

Di tutto quello che era stato scritto all’interno del Documento di riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19, poco o quasi nulla è stato fatto. E qualcuno un giorno dovrà darne conto.

Oggi servono decisioni e atti concreti per fare in modo che il presidio ospedaliero di Cosenza possa reggere l’onda d’urto della terza ondata della pandemia e assicurare a tutti cure e prestazioni sanitarie adeguate.

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