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Intervista a Maria Grazia Muri, responsabile del centro antiviolenza S.O.S. Astarte Donna

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In attesa dell’8 Marzo, una donna straordinaria come Maria Grazia Muri, ci racconta cosa sia davvero questa ricorrenza ed il significato che ha per lei: non rose, mimose o regali, ma lotta quotidiana per affermare “io esisto, io posso rinascere dalle ceneri della violenza”.

Maria Grazia Muri è responsabile del centro anti violenza S.O.S. Astarte Donna a Catanzaro; in vista della ricorrenza dell’8 marzo, lei rappresenta una persona che, da anni, si occupa in maniera fattiva delle vittime di violenza. Parlandole e visitando la sede, scopriamo un mondo pieno di rinascita, parola che usa spesso, poiché dalle ceneri della violenza può rinascere una donna forte, consapevole, libera.

Donne abusate, maltrattate, violentate fisicamente e psicologicamente, uccise, queste sono le storie che incontra Maria Grazia, donna forte e con uno sguardo fiero, da leonessa. Ci racconta dell’esigenza di un aiuto immediato, perché quando si tocca il fondo, è quello il momento di agire, di essere accompagnate in un percorso terapeutico di svolta, dove passo passo, grazie a volontari e professionisti del mestiere, si può vedere la luce dopo il buio. Veniamo invitati a partecipare ad un evento: l’8 marzo sarà collocata al di fuori del centro, una panchina rossa, il colore del sangue, il simbolo di una donna che non c’è più, uccisa dalla violenza maschile.

Un gesto al quale parteciperanno le autorità, ma soprattutto i cittadini, poiché in ogni casa potrebbe celarsi un mostro che, dietro l’apparenza, umilia, percuote e terrorizza una donna che non sa dove cosa fare e a chi rivolgersi. Ecco perché, ci dice a gran voce Maria Grazia, “noi ci siamo, con le case famiglia in luoghi segreti, l’assistenza legale, il supporto psicologico ed il sostegno economico di chi, magari attraverso le bomboniere solidali, sente d’avere nuovamente uno scopo nella vita”.

Il numero verde da chiamare in caso di bisogno è l’800642882, gratuito e attivo 24 ore su 24. Nessuno può togliere la vita ad un altro essere umano, men che meno la dignità di una donna che, con fatica e a caro prezzo, ancora oggi deve lottare per l’uguaglianza anche sotto il profilo lavorativo.

Ci viene in mente una frase di Eve Ensler:

“Quando si violentano, picchiano, storpiano, mutilano, bruciano, seppelliscono, terrorizzano le donne, si distrugge l’energia essenziale della vita su questo pianeta. Si forza quanto è nato per essere aperto, fiducioso, caloroso, creativo e vivo a essere piegato, sterile e domato.”

Riccardo Cristiano

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