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Lamezia. Gigliotti (PD): Scordovillo, integrazione mancata

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Scordovillo

Era l’anno 2015 e il sindaco urlava nelle piazze la promessa di risolvere la questione Rom in 100 giorni, giusto il tempo di sgombrare il campo di Scordovillo

Comunicato Stampa

Sono passati otto anni ed ancora la baraccopoli di lamiere e container di fortuna è là a testimoniare il fallimento e l’inerzia dell’amministrazione comunale di Mascaro e delle sue promesse elettorali.

La notizia apparsa sul Quotidiano del Sud, circa la mancata iscrizione di un sia pur minimo numero di bambini Rom alla prima classe elementare, se confermata rappresenta la spia della mancata integrazione/inclusione della comunità Rom in generale e dei bambini e dei ragazzi Rom in particolare; della mancanza di coordinamento tra gli assessorati dell’Istruzione e dei servizi sociali; ma soprattutto della mancanza di una visione cittadina della problematica Rom in un quadro, che non può essere quello degli annunci.

Piuttosto, ribadiamo che l’Italia e la Comunità Europea non possono restare indifferenti dinanzi a un problema umanitario di tale portata, dinanzi all’abbandono di cittadini italiani residenti nel comune di Lamezia Terme, dei rom di Scordovillo lasciati vivere in baracche fatiscenti, privi di assistenza familiare, istruzione e sostegno civile, dove ancora oggi, da decenni, sono violati diritti fondamentali quali la tutela della dignità umana, i diritti dei minori, il divieto al lavoro minorile, il diritto di accesso alle prestazioni di sicurezza e assistenza sociale, la protezione della salute, la tutela dell’ambiente e il diritto allo studio, come l’annoso problema delle “classi differenziate” e delle pluriclassi, grave retaggio degli anni ’70 del secolo scorso. Con il risultato di ghettizzare tutta la comunità di appartenenza dei bambini.

In mancanza di una pur minima progettualità, e senza intermediatori culturali spesso i dirigenti scolastici sono costretti a tentare di applicare linee guida per l’integrazione di alunni stranieri trattandosi invece di ragazzi lametini a tutti gli effetti.

Soli senza associazioni (spesso destinatarie di consistenti fondi economici europei per l’inclusione delle minoranze etniche) che supportino con competenza e professionalità l’accoglienza, la didattica e il dopo scuola.

Soli senza un’amministrazione comunale in grado di lavorare sulle problematiche reali: trasporti, condizioni economiche disagiate, situazioni di grave degrado.

Un’Amministrazione comunale che proprio quest’anno ha istituito l’OPIS, Osservatorio Permanente per l’Inclusione scolastica, intitolato al lametino Antonio Saffioti (attivista politico e difensore dei diritti dei più deboli, recentemente scomparso) che tanto si è battuto per la sua realizzazione.

I compiti specifici dell’Opis sono il contrasto alla dispersione scolastica, e l’inclusione dei minori con BES (Bisogni Educativi Speciali) in età evolutiva. Senza dubbio Antonio avrebbe inserito tra i primi impegni nell’agenda Opis di settembre il monitoraggio e supporto nelle iscrizioni dei bambini Rom al primo ciclo di studi, per antonomasia portatori di BES, in quanto titolari di bisogni sociali urgenti.

Così non è stato, anzi la parola Rom non è nemmeno citata nel regolamento dell’Osservatorio. È ora di programmare interventi di integrazione di medio e lungo periodo, non accettando più di adottare misure “straordinarie” miste ad opportunità elettorali basate sulla promessa (disattesa) di smantellare e “chiudere in 100 giorni, i campi rom con l’intervento dell’esercito” in cambio di soluzioni abitative dignitose in previsione di interventi economici statali (stanziati, ricevuti ma non utilizzati, o non utilizzati a tale fine, arroccando giustificazioni etereogenee).

È necessario trattare la problematica in una logica sistemica e interministeriale a partire da alcuni punti cardine: educazione/istruzione, occupazione, alloggio e assistenza sanitaria, tutto ciò come parte integrante dello sviluppo della società democratica basata sullo stato di diritto, superando gli stereotipi dell’indifferenza o di un radicato retaggio razzista.

 

Avv. Laura Gigliotti

(componente direzione provinciale e dipartimento regionale pari opportunità PD)

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