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Operazione al campo rom Scordovillo: 39 misure cautelari per furti e reati ambientali (Video)

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Conferenza stampa a seguito del blitz dei carabinieri di Lamezia Terme nel campo rom di Scordovillo

LAMEZIA. Si è svolta la conferenza stampa presieduta dal procuratore Salvatore Curcio. Presenti il colonnello Massimo Ribaudo, il comandante della Stazione dei carabinieri di Lamezia Pietro Tribuzio e il giudice Giulia Scavello.

L’operazione condotta alle prime luci dell’alba dai carabinieri del Gruppo di Lamezia Terme, in sinergia con il Nucleo operativo ecologico di Catanzaro e supportati dai militari dei Comandi provinciali di Catanzaro, Cosenza, Crotone, del Gruppo carabinieri forestali di Catanzaro e del 14° Battaglione Calabria e da personale dell’8° Nucleo elicotteri di Vibo Valentia, ha portato all’esecuzione di ben 39 misure cautelari.

Il blitz di oggi, come sottolinea il procuratore Curcio, non è che la prosecuzione della primigenia operazione denominata Killer Smoke che si occupò dei fuochi e dell’inquinamento del suolo e dell’aria conseguente ai reiterati incendio di rifiuti, dolos, e non, all’interno del campo rom di Scordovillo e che portò ad alcuni arresti e a un processo penale conclusosi con la condanna degli imputati.

Il reiterarsi di quelle condotte portò sia la Procura che l’Ufficio dei carabinieri  ad attivarsi  nell’installazione di apparecchiature per filmare. Nel corso delle indagini si è acquisita dunque prova certa di quello che stava  succedendo all’interno del campo rom di Scordovillo.

L’attività di indagine condotta da Giulia Scavello ha portato all’identificazione di specifiche condotte delittuose e accertato inoltre che le medesime hanno minato l’incolumità della cittadinanza di Lamezia Terme. Necessario quindi tutelare la salute pubblica, vista anche la vicinanza al campo dell’ospedale di Lamezia Terme.

In particolare i soggetti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di furto aggravato, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, discarica non autorizzata, inquinamento ambientale e violazione di sigilli.

Il comandante Tribuzio ha infatti parlato di una serie di reati che colpiscono aspetti della quotidianità imprescindibili, quali delitti contro il patrimonio (furti e ricettazione)  che consentivano ai residenti del campo di poter effettuare i famosi allacci abusivi alla rete pubblica, per la realizzazione dei quali c’è bisogno di cavi in rame il cui furto colpisce delle strutture che fanno venir meno servizi essenziali (la fornitura elettrica o la fornitura idrica). Si parla di un danno di oltre mezzo milione di euro per la comunità.

Già nell’aprile 2017, durante un primo accesso al campo, venivano deferite complessivamente 43 persone, di cui 12 tratte in arresto in flagranza, proprio per furto di energia elettrica. In particolare, nelle vicinanze della cabina Enel sita in via Talete, i militari hanno individuato un cavo in rame lungo diverse centinaia di metri che, interrato sotto la linea ferroviaria, giungeva fino all’accampamento e dal quale si diramavano altre decine di allacci abusivi.

Come ha dichiarato il giudice Scavello, per quanto riguarda il reato ambientale è stato accertato il danno alla matrice suolo con possibile interessamento della falda acquifera, Danno riconducibile alla Beda Ecologia Srl, il cui amministratore unico è Antonio Berlingieri, attiva nel campo del trasporto rifiuti della lavorazione di rifiuti di varia natura, pericolosi e non. Questi, in assoluta violazione delle norme ambientali, venivano lavorati per essere successivamente trasportati presso alcune società del medesimo settore dell’interland lametino. Gli scarti della lavorazione, invece, venivano sversati lungo la via d’accesso all’accampamento dove, viste le considerevoli dimensioni che raggiungeva questa vera e propria discarica abusiva, venivano dati alle fiamme.

V.D.

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