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Riflettori puntati sulla performance teatrale del progetto “Il giro del Mondo in 80 giorni”

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Riflettori puntati sulla performance teatrale del progetto "Il giro del Mondo in 80 giorni"

Il sipario del Teatro comunale di Mendicino si è chiuso su una lezione aperta sul “Match d’improvvisazione” a cura degli attori Elisa Ianni Palarchio, Emilia Brandi e Mario Massaro per il percorso teatrale del progetto “Il giro del Mondo in 80 giorni”


Un’iniziativa promossa dall’associazione PartecipaAzione APS in collaborazione con la compagnia teatrale Porta Cenere.

Un percorso educativo di orientamento geografico e integrazione finanziato dall’Otto per Mille della Chiesa Valdese rivolto principalmente ai minori stranieri non accompagnati ospiti dei centri Sai (Sistema accoglienza integrazione) di Mendicino, Casali del Manco e Dipignano.

Il progetto “Il giro del Mondo in 80 giorni” è nato con l’intento di favorire negli adolescenti l’assunzione di consapevolezza dell’“io” come “individuo sociale”, attraverso opportunità educative efficaci e spazi di socializzazione, integrazione e condivisione.

L’avvocato Vittoria Paradiso, presidente dell’associazione PartecipaAzione, ha dichiarato che: «Questo progetto nasce dall’ennesima attività condotta insieme all’associazione Porta Cenere. Si tratta di un percorso di inclusione per minori stranieri non accompagnati nel territorio cosentino. Il fine è stimolare le occasioni di confronto e di conoscenza con i coetanei autoctoni. Il progetto si articola in tre percorsi: il percorso teatrale, il percorso di conoscenza del territorio e il percorso di cittadinanza attiva. Il percorso teatrale si è appena concluso con una performance finale, mentre le altre attività proseguiranno. Contiamo di portare a termine il progetto in estate o, eventualmente, a settembre».

Il direttore artistico della compagnia teatrale Porta Cenere, nonché attore, Mario Massaro, ha spiegato che: «In questi progetti, non è tanto importante come si arriva alla performance finale ma l’intero percorso che ha accompagnato questi ragazzi fino a qui. Si parte dalla conoscenza del sé e del rapporto del sé con gli altri per poi scoprire insieme quale impatto il teatro può avere nelle loro vite, il che si traduce in libertà, voglia di fare, impegnarsi nel ricoprire un ruolo o nel raggiungimento di un obiettivo. I ragazzi coinvolti nell’intero progetto sono tantissimi e provengono da tre centri Sai del territorio cosentino. Quelli coinvolti nel percorso teatrale sono stati una ventina, di cui otto sono stati impegnati al teatro comunale di Mendicino per dare un segnale di presenza e di cultura sul territorio».

Attraverso il percorso teatrale, i giovani hanno appreso l’arte della recitazione, partendo proprio dall’improvvisazione. Un formato di spettacolo amato nei teatri off, nei cabaret e in tv, in cui gli attori non seguono un copione, ma si affidano a stimoli e colpi di scena guidati dal regista. Non vi sono battute prestabilite o finali prevedibili. Lo spettacolo nasce sul palco di fronte agli occhi increduli e sorpresi del pubblico.

Sul palco, i ragazzi coinvolti nel percorso teatrale del progetto “Il giro del Mondo in 80 giorni” hanno utilizzato oggetti reali o inventati e, indossando un abbigliamento casuale, hanno costruito le scene davanti agli spettatori. Così il pubblico ha avuto l’opportunità di assistere dal vivo al processo creativo della drammaturgia scenica.

L’attrice Emilia Brandi ha evidenziato di aver: «insegnato ai ragazzi l’Abc del teatro, invitandoli a prestare attenzione agli altri e a ciò che gli sta intorno, perché è da lì che nascono le azioni teatrali. Da lì, nasce il teatro. Nei nostri incontri abbiamo sempre dedicato del tempo all’esercitazione dell’immaginazione oltre che all’ascolto e alla disponibilità dell’altro sul palco. Poste queste basi, abbiamo dato loro pochi elementi, lasciandoli liberi di improvvisare senza troppe costrizioni. In questo modo, possono nascere milioni di scene che possiamo rifare in altri milioni di modi».

Il laboratorio teatrale è stata un’opportunità di crescita personale e collettiva, che ha consolidato il rapporto con sé stessi, stimolato l’immaginazione, superato inibizioni e paure e incoraggiato l’espressione individuale all’interno del gruppo.

Ma in cosa consiste l’arte dell’improvvisazione? A spiegarlo è l’attrice Elisa Ianni Palarchio: «Per l’attore, l’arte dell’improvvisazione è tutto. È il pane quotidiano.

L’improvvisazione allena l’immaginazione. E l’immaginazione è come un muscolo: se non viene usato rischia di atrofizzarsi. L’attore preparato riesce ad utilizzare tutti gli strumenti che ha a disposizione durante il laboratorio. Così vengono fuori scene che hanno un inizio, uno svolgimento con degli accadimenti e una fine totalmente sorprendente perché non prestabilita.

Ultimamente, l’improvvisazione sta diventando una bella e interessante proposta di spettacolo vero e proprio. Questo apre allo spettatore la possibilità di scoprire un percorso sconosciuto».

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