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San Silvestro: la notte dell’ultimo dell’anno tra storia e mito

2 min di lettura

Chi era San Silvestro e quali sono le origini che hanno portato ai festeggiamenti di Capodanno?

Sapevate che San Silvestro poco ha a che fare con le festività legate alla vigilia di Capodanno?

San Silvestro

Si tratta del 33mo vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica negli anni compresi fra il 314 e il 335. A lui si deve la conversione dell’Imperatore Costantino il Grande che segna il passaggio definitivo dalla Roma pagana a quella cristiana vera e propria.

Probabilmente si tratta però di una leggenda, dato che le fonti tramandano che l’imperatore si fece battezzare vicino all’antica città di Nicomedia per mano del vescovo Eusebio. La sua figura non è legata a fatti storici di rilievo, solo a partire dal Medioevo gli si attribuisce il Concilio Ecumenico di Nicea; racconti e dicerie che sono serviti nel corso dei secoli a celare la figura di un papa che in realtà è stato solo un uomo al servizio di Costantino.

Il suo nome, però, è ad oggi legato alla vigilia di Capodanno: notte di festeggiamenti e grandi abbuffate, di riti scaramantici e botti di fine anno per esorcizzare le paure di un futuro incerto segnato dall’inizio dell’anno nuovo. Allora come mai questo legame? Semplicemente perché, da calendario, il 31 dicembre coincide con la data di morte del santo.

Le origini del saluto al vecchio anno e del benvenuto al nuovo sono, dunque, da indagare in ben altre tradizioni: come prima cosa è opportuno sottolineare come tra i vari popoli l’inizio dell’anno non coincidesse con il primo di gennaio, ma con eventi legati alla ciclicità delle stagioni, come ad esempio il solstizio di inverno.

Il Dio Marte

Per i romani, invece, l’inizio dell’anno partiva dal primo di marzo, mese del dio della guerra Marte, al quale erano dedicati anche i raccolti primaverili: in pratica si guardava alla rinascita vitale della terra dopo il rigido inverno.

Con molta probabilità, un mix di tradizioni pagane e folklore vanno a rimpolpare le moderne abitudini collegate al Capodanno così come lo conosciamo oggi; al profano si collega anche una componente sacra che non va dimenticata.

Il primo di gennaio coinciderebbe con l’ottavo giorno dalla nascita di Gesù e dunque il giorno della sua circoncisione, consueto rito praticato tra gli ebrei. Il Brit Milah è la cerimonia religiosa durante la quale si procede alla pratica chirurgica e si dà il benvenuto ai neonati di sesso maschile della comunità.

Salutare il nuovo anno significherebbe così rimandare al benvenuto dato al Figlio di Dio, riconoscendolo come componente di una comunità: analogamente il saluto al nuovo anno sarebbe di buon auspicio per i mesi a venire.

Cotechino e lenticchie

Tra lenticchie simbolo di abbondanza e succulenti zamponi, ricordate che quello che vi accingete a festeggiare rappresenta uno spaccato antropologico di quello che siamo stati in passato, in prospettiva di quello che saremo a breve!

Felicia Villella

 

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