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Sirianni: ecco perchè mi dimetto da coordinatrice provinciale di IV

3 min di lettura

Di seguito ciò che scrive Caterina Sirianni in un post sul suo profilo Facebook

Dopo un anno e mezzo circa dall’aver ricevuto l’incarico a coordinatrice provinciale Catanzaro di IV, oggi dopo un’estenuante riflessione e presa d’atto, rassegno le dimissioni da tale incarico.

Non rinnego nulla di ciò che ho fatto, pienamente convinta delle scelte partitiche di allora, perché Renziana dalla prima ora, a differenza di altri che hanno visto in IV la scelta partitica alternativa, per il proprio tornaconto, per meglio dire il famoso “salto della quaglia”, e che oggi rientra tra gli artefici della disfatta del partito, sopratutto a livello territoriale. E se vale il detto “chi semina raccoglie”, in questo caso specifico vale ancor di più il detto: “chi semina vento raccoglie tempesta” o “chi semina zucche, non raccoglierà meloni”!

Aldilà di questa breve premessa, credo siano venuti meno i presupposti iniziali, quelli relativi all’inclusività e al riformismo, lasciando spazio soltanto al verticismo convulsivo! A nulla sono valsi i vari tentativi, per via del mio ruolo, di indire un ‘assemblea provinciale!

A detta di qualcuno, non era mai il momento propizio, evidentemente perché, per ascoltare la base del partito, bisognava trovare il momento opportuno e ideale, tralasciando un piccolo particolare e cioè che la base è l’anima di ogni partito! Per potersi strutturare sui territori, infatti, bisogna partire dall’ascolto di chi, quotidianamente, ci mette la faccia e non di chi cura la propria facciata in cerca di visibilità!

La Calabria, regione difficile, vittima da troppo tempo di una classe politica inadeguata, merita di più e l’alternativa non la garantirà chi, oggi, si accinge ad affiancare la stessa classe politica, artefice in parte della disfatta in ambito regionale! O per lo meno mai a mio nome!

Il sovranismo è agli antipodi della mia forma mentis e tale resterà vita natural durante! Se è vero che in politica tutto può cambiare, è altrettanto vero che la dignità non è in vendita.

Il treno per me è arrivato al capolinea. Ringrazio chi in questo anno e mezzo mi ha supportata, la mia famiglia a cui ho tolto tanto per amor di partito.

Ringrazio le persone splendide che ho avuto modo di conoscere. Grazie a chi si è speso per il partito, sopratutto durante il primo lockdown, organizzando webinar conoscitivi, tra noi coordinatori e i parlamentari impegnati nel fronteggiare la pandemia e che non mi ha mai negato una parola di conforto.

Ringrazio infine anche chi non c’è stato, perché, preso da mille altri impegni, ha semplicemente dimenticato che la Calabria è parte integrante al resto dell’Italia; un territorio dove bisognava essere più incisivi, vista la presenza di persone pronte a dare il proprio contributo collaborativo senza riservo alcuno, delusi dalla vecchia politica, ma mai ascoltati!

Evidentemente a qualcuno dà fastidio il fatto che io sia cresciuta a “pane e politica” e come tale io abbia una mia identità. Ritengo che la politica sia una cosa seria e credo che la coerenza dovrebbe essere un elemento cardine. Non ci può essere un rinnovamento se la coerenza cede il passo a tatticismi ed opportunismo che sono retaggio di un modo di fare politica tutt’altro che nuovo.

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