Tirocinanti calabresi: Dopo anni di precarietà siamo stati abbandonanti definitivamente
3 min di letturaLe tre sigle sindacali Uil, Cisl, Cgil invece non ci hanno mai difeso e fatto nulla nel nostro interesse
I tirocinanti calabresi sono circa 7.000 anime che vivono “da anni” nella precarietà e nell’incertezza più assoluta. Sono madri e padri di famiglia parcheggiati da anni presso Enti Pubblici e Privati (Tis) e presso Ministeri (Giustizia, Miur, Mic). Il loro futuro è da anni eternamente in bilico e allo stato attuale sembra che lo sia in maniera definitiva. La spina nel fianco di queste persone risponde al nome dell’attuale presidente della regione Calabria ossia Roberto Occhiuto che ha retto la propria campagna elettorale sull’impegno concreto di risolvere in maniera definitiva questa incresciosa vertenza ed esprimendo a più fasi la propria contrarietà a ogni forma di precarietà lavorativa durante il proprio mandato qualora fosse stato eletto. Tutto ciò avveniva nei mesi scorsi con tanto di post pubblicati sulla propria pagina Facebook e sui maggiori quotidiani della Calabria supportato dal proprio collega di partito ossia Francesco Cannizzaro. I circa 7.000 tirocinanti calabresi non sono mai stati con le mani in mano e si sono spesso fatti portatori di varie iniziative pacifiche per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo il loro eterno status di fantasmi per il semplice fatto che il proprio tirocinio non era un vero e proprio rapporto di lavoro ma una fraudolenta forma di schiavismo e di violazione dei loro diritti di comuni cittadini e che si perpetuava da anni. Le speranze e le aspettative di queste circa 7.000 persone hanno trovato invece una barriera e anzi una vera e propria chiusura nella persona di Roberto Occhiuto che si è impegnato invece concretamente verso altre categorie di lavoratori precari manifestando disprezzo e anzi vergogna per quei circa 7.000 tirocinanti calabresi mutando la propria opinione da pro a contro l’intera categoria di cui in precedenza alla propria elezione si era fatto realmente portavoce e al dir del vero un impegno del genere non si era mai visto da anni e anni da alcun esponente politico governativo oppure regionale (tutto ciò ovviamente prima della sua elezione ad attuale presidente della regione Calabria). Ma soltanto una mente laboriosa poteva partorire un estremo rimedio pensando che fosse risolutivo della vertenza invece allo stato attuale si è dimostrato puramente fallimentare. La categoria dei tirocinanti calabresi degli Enti Pubblici e Privati termineranno la propria ennesima proroga di tirocinio a novembre di quest’anno e nulla di favorevole sui loro destini persiste allo stato attuale mentre la categoria dei tirocinanti calabresi Ministeriali è stata coinvolta in una complessa procedura concorsuale da concludersi entro l’anno e sparita da ogni radar. Gentili lettori, ci auguriamo di non ricevere anche da parte vostra ilarità e disprezzo nei nostri confronti, la verità dei fatti è quella riportata in questo comunicato stampa, che dovrebbe almeno provare a fare riflettere di come funzionano le cose nella nostra amata Calabria dove noi circa 7.000 tirocinanti calabresi siamo diventati ingiustamente dei veri e propri zimbelli e dei giocattoli rotti da cui sbarazzarsene quanto prima dal politico di turno.