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Trasporto pubblico locale: dipendenti minacciano mobilitazione generale

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Questo Sindacato ritiene inaccettabili ed insieme ipocrite le strumentalizzazioni che talune imprese, tutt’altro che scalfite dalla Covid- 19, portano avanti nel tentativo di confondere i lavoratori e trarre ancor più vantaggio dalla pandemia

Il settore del TPL non ha accusato, infatti, colpi di sorta ed è stato anzi destinatario di importati risorse, erogate dalla Regione Calabria e dallo Stato, che, insieme al massiccio ricorso al Fondo bilaterale di solidarietà ed alla cassintegrazione, hanno ben riparato le società di trasporto.

Ad essere esposti in maniera degna di rilievo sono stati invece i lavoratori, colpiti due volte: la prima dall’esposizione al contagio; la seconda dalla erosione del salario. Il tutto reso ancor più difficile, se possibile, dalla disattenzione di moltissime aziende che, anziché promuovere i dipendenti, non si sono per nulla preoccupati di integrare il venti per cento del salario non erogato durante il periodo di ricorso al sostegno al reddito.

Non possiamo accettare le filastrocche raccontate dalle tante imprese che, ancora oggi, mirano solo al ricorso a tutte le opportunità legislative loro riservate per recuperare risorse mentre coloro i quali assicurano la mobilità dei cittadini, ossia i dipendenti, attendono una qualche briciola che incrementi il magro salario con il quale fanno i conti da più di un anno.

Non consentiremo che la Covid-19, che tante difficoltà sta generando e tante vite portando via, costituisca la scusa per convincere i lavoratori, una volta di più, che mala tempora currunt per il settore, quando così non è.

E mentre il rischio del contagio connesso all’onere di assicurare il servizio è tutto in capo ai conducenti e agli altri addetti che operano sul campo, molti datori di lavoro si piangono addosso, dai loro comodi scranni, aspettando in pantofole il riaffiorar della manna.

Un capitolo a parte è la lunga percorrenza, alla quale la politica dovrebbe assicurare maggiori risorse per fronteggiare il fermo dei servizi, ove effettivamente non erogabili, e al quale le autorità e le forze di polizia preposte ai controlli dovrebbero riservare l’attenzione necessaria a scoraggiare la concorrenza sleale da parte di chi comprime i diritti dei lavoratori e/o vìola le norme sui riposi per imporsi sul mercato.

Appare chiaro che bisogna rivendicare un’attenzione ai dipendenti, che oggi non c’è. E noi questo faremo, con tutti i mezzi offerti dalla legge e con la dovuta determinazione.

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