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La Via Crucis del vescovo Schillaci all’ospedale di Lamezia Terme

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La Via Crucis del vescovo Schillaci all’ospedale di Lamezia Terme

L’ospedale. Luogo della malattia e della sofferenza dove la Via Crucis di Gesù incontra la via crucis di tante donne e tanti uomini

Luogo della speranza, dell’amore e della cura offerta ogni giorno da tanti operatori sanitari, in particolare nell’ultimo anno segnato dalla pandemia.

La Diocesi di Lamezia ha scelto l’ospedale “S. Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme per la celebrazione della Via Crucis nel giorno in cui la Chiesa ricorda la Passione e la Morte di Gesù.

“Questa sera siamo qui, in questo ospedale, per prendere parte alla Passione di Cristo per l’uomo e alla passione che in questo momento vive tutta l’umanità. In questa Via Crucis il nostro pensiero va agli operatori sanitari, alla Caritas, al mondo del volontariato e a tutto quello che sta portando avanti in questo momento di pandemia non solo sanitaria ma anche economica e sociale –  ha detto il vescovo Giuseppe Schillaci a conclusione del rito nella cappella dell’ospedale – Ci siamo messi in cammino per seguire Gesù, nelle sue piaghe possiamo trovare guarigione da noi stessi. Guardando l’umanità sofferente, noi vogliamo seguire le orme di Gesù che rimetteva la sua causa a Colui che giudica secondo giustizia.

La Via Crucis è la via sulla quale vogliamo imparare a prenderci cura degli altri; una Via che esige obbedienza, ascolto, capacità di consegnarsi. Guardiamo a Maria, rimasta accanto al Figlio fino alla fine e che ci è stata consegnata dalla Croce come Madre nostra e di tutta l’umanità. Stiamo accanto al Signore per stare accanto all’uomo; stiamo dietro al Signore per servire l’uomo. Seguiamo il Signore  Gesù, serviamo il Signore Gesù nei fratelli.

“In questa Via Crucis, che quest’anno a nome di tutta la Comunità diocesana si è scelto di compiere in questo significativo luogo che è l’Ospedale Civile “San Giovanni Paolo II”, ci stringiamo spiritualmente a tutti coloro che sperimentano la fragilità e il tormento, non solo sanitario ma anche sociale ed economico, per l’epidemia del coronavirus. Non vogliamo dimenticare nessuno. Niente di questo viaggio viene risparmiato, ma l’approdo finale non è il nulla. La meta è quella ideale quindicesima stazione di arrivo che ci è stata promessa: la Risurrezione e la Vita! Assieme all’assicurazione che, nel viaggio, il Signore lo avremo sempre accanto”, ha detto il vicario generale della Diocesi lametina don Pino Angotti nel saluto introduttivo rivolgendo un pensiero di gratitudine “al personale ospedaliero, ai medici, agli infermieri, ai volontari che operano all’interno delle Caritas Parrocchiali che in questo momento estremamente difficile sono impegnati in prima linea e a tempo indeterminato accanto alle persone che soffrono a causa di questa pandemia.”

Al cammino della Via Crucis, che si è svolto al piano terra del nosocomio lametino, hanno partecipato diversi operatori dell’ospedale insieme al direttore sanitario Antonio Gallucci.

Le meditazioni, a cura dell’ufficio diocesano per la pastorale della salute e della Caritas, sono state scritte dai rispettivi direttori don Francesco Farina e don Fabio Stanizzo  e da alcuni medici di diversi reparti dell’ospedale lametino: Maria Teresa Caruso, Rosa Paola Cerra, Raffaele Maletta, Umberto Sorrentino, Francesca Suriano, Christian Trapuzzano. Le preghiere, i passi del Vangelo e le meditazioni sono stati letti dal cappellano dell’ospedale padre Giuseppe Ferrara, da Alessandra Cugnetto della Caritas diocesana e da Raffaele Maletta.

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