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Ama Calabria. L’anima pop-rock de “Il fu Mattia Pascal” di Giorgio Marchesi

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Lamezia Terme, 24 febbraio 2022. In scena, al Teatro Comunale Grandinetti, per la stagione teatrale 2021.2022 organizzata da AMA Calabria con la direzione artistica di Francescantonio Pollice, Il fu Mattia Pascal di Pirandello, con Giorgio Marchesi che ne cura anche l’adattamento e, insieme a Simonetta Solder, ne firma la regia.

Il fu Mattia Pascal, annoverato tra i capolavori pirandelliani, è un romanzo che contiene tutti gli elementi della teatralità: l’uso del racconto in prima persona, la predilezione per la struttura dialogata, il tema del “doppio”, il conflitto del protagonista con la propria identità sociale che, invece di essere risolto, si rinnova più tragicamente nella simulazione, confinandolo in una insostenibile solitudine, la vocazione – comune a tutte le creature di Pirandello – a cercare di sfuggire alla pena e alla scontentezza della loro esistenza facendosi “personaggi” sul palcoscenico della vita.

Il testo teatrale, in una felice riconversione dal codice linguistico letterario a quello drammaturgico, offre una ricerca di essenzialità e di concisione del linguaggio che vuole organizzare frammenti temporali e psicologici entro una cornice narrativa unitaria.

Il risultato è uno spettacolo brillante per attore solista, con evocative atmosfere da Varieté Anni’30. La partitura musicale, composta da Raffaele Toninelli, è magistralmente eseguita dal vivo dal M° Giacomo Rossi (contrabbasso) che, in più occasioni, è coinvolto anche come “spalla”.

Accentuando il côté ego-narcisista di Mattia Pascal, Marchesi si presenta in scena come un mattatore, in frac bianco, cilindro e anfibi e poi, con un veloce cambio a vista offre al pubblico Adriano Meis, il “doppio” di Mattia Pascal, in versione rock.

Con mestiere, egli stabilisce una distanza affettuosa tra l’attore e l’anima dei tanti personaggi ai quali dà voce (la zia Scolastica, Malagna, Romilda, Oliva, Pomino, la vedova Pescatore, Anselmo Paleari, Terenzio Papiani), interpreta con maestria la realtà mutevole e contraddittoria della vita interiore di Mattia Pascal/Adriano Meis, mutua le identità linguistiche dei tanti luoghi visitati e mette la parola pirandelliana in una situazione di nudità teatrale e in condizioni di suono e di luce che appartengono all’alfabeto plurilinguistico della contemporaneità.

Le proiezioni in realtà aumentata sui tre lati della scatola scenica, con l’alternarsi repentino di scenari urbani, opere d’arte e foto di famiglia, creano – anche per lo spettatore – un’esperienza immersiva che amplifica la percezione sensoriale di elementi sonori, spaziali, temporali. Laddove, la gigantesca ombra espressionista stagliata sul fondale e immersa in un bagno di luce, disegna – anticipandola – la solitudine finale del personaggio.

L’azione scenica, vivificata da commenti sonori con un elegante touch cabaret, scorre distesa e fluente nel racconto che rifugge dal filosofare spicciolo e si risolve – senza cadute sentimentali – nei frammenti delle esperienze individuali, nell’affiorare di un giudizio, nel sottile humour nero, in una presenza scenica vitale e disinvolta, nella mimica allusiva con una spolverata di clownerie, nella vibrazione della voce e nella concitazione del gesto.

Un’ora densa di spettacolo per una bella prova d’attore.

Giovanna Villella

[ph_Federico Losito. Courtesy AMA Calabria, Lamezia Terme]

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