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Avventure nel Bronx

5 min di lettura
Cosa ti COMBINO per il weekend14

Londra 1895 è appena andata in scena la prima rappresentazione teatrale de “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, la commedia in tre atti di Oscar Wilde, ritirata poi dai teatri qualche giorno più tardi a causa dello scandalo che colpì l’autore

A pagarne le conseguenze in maniera del tutto silenziosa furono i collaboratori di scena, i così detti servitori della commedia, che a quei tempi si arrangiavano facendo quanto necessario per garantirsi un pasto al giorno e talvolta un tetto e una branda per la notte.

Tra questi, Conny Saloon, che un tempo aveva gestito un ‘antica osteria di Holborn che le era stata affidata dal fratello Andy prima che Carol Smith ne diventasse la moglie, consigliandogli di rinunciare alla vecchia attività di famiglia, per farne un negozio di tessuti alla moda.

Da allora Conny si arrangiava come poteva, ma quella volta si era detta di essere stanca di bazzicare per le strade di Londra alla ricerca di un altro impiego, diverso poi da quello che sapeva fare bene e cioè miscelare alcolici e bevande.

Decise così di imbarcarsi alla volta delle Americhe, verso la città di New York, in cerca di fortuna.

La traversata fu estenuante e quando giunse in America pensò di stabilirsi nel Bronx dove trovò un impiego come “addetta alla consegna del latte”.

Qualche anno più tardi, rientrando dalle consegne, Ronzino – il cavallo che tirava il carretto – si arrestò improvvisamente nei pressi dello zoo al 2300 di Southern Boulevard, così Conny scese per dare un’occhiata, riuscendo a schivare miracolosamente il calcio dell’equino che evidentemente l’aveva percepita come una minaccia la sua presenza.

Per riprendersi dallo spavento Conny decise di visitare lo zoo.

All’interno del primo recinto c’era un cartello con l’indicazione: “zoo per bambini”, con sua meraviglia, tanto da stropicciarsi gli occhi con i pugni, intravide una lontra dal lungo impermeabile color cammello, intenta a disporre uno di fianco a l’altro, alcuni bambini da mostrare al pubblico. Li disponeva prima in base alla lunghezza dei capelli, poi in base all’altezza dei calzini, poi ancora in base alla misura dei lacci delle scarpe e così via, in maniera frenetica non faceva altro che esporli e rimestarli, esporli e rimestarli.

Conny credette di assistere ad un programma speciale promosso dalle scuole della contea e proseguì.

Svoltò a destra e giunse alla “mouse house”, una piccola casetta, entrò chiedendo ironicamente il permesso e si stupì molto quando si sentì rispondere di accomodarsi e che sarebbe stata ricevuta presto.

Conny, divertita da quelli che pensava che fossero gli effetti speciali di un parco ben organizzato, si guardò attorno e fece per sedersi su una enorme poltrona rivestita di velluto con le borchie tonde e dorate, ma venne fermata da quella stessa voce che le spiegò che si trattava di una preziosa poltrona Luigi XIV originale che era stata messa lì soltanto per rendere bello l’ambiente, allora Conny fece per sedersi su quello che le parve uno sgabello sgangherato, ma le fu intimato di non farlo, perché si trattava di una scultura del famoso artista “Miky Lu Rat” e non era fatta certo per sedersi.

Così Conny decise di curiosare in giro per la casetta, ma ogni volta che tentava di toccare o anche solo avvicinare un oggetto, le veniva detto di non farlo perché si trattava di un pezzo del famoso artista inglese “Gordon Zola” piuttosto che dello scultore francese “Lu Rat”.

Riuscì solo ad intravedere lo stravagante personaggio che abitava quella casa, perché questi era troppo preso dai suoi affari e non faceva altro che passare da una stanza all’altra della casa muovendo talvolta le carte di una scrivania e talvolta quelle di un’altra.

Quando, stanca dell’attesa, decise di andarsene, appena fuori dalla porticina intravide un papillon nano dalle orecchie calate, la bestiolina era intenta a farsi limare le unghiette mentre urlava contro i suoi tre cuccioli, nel tentativo di farsi ascoltare, dopo avergli impedito più volte di stringere amicizia con i due piccoli pechinesi figli del vicino.

Conny proseguì in direzione sud e inciampò in quello che le parve un animaletto di peluche, lo tirò su prendendolo per un orecchio, quando si accorse che l’esserino si dimenava minacciando di farle causa per aver violato l’art. 12 del codice dei porcellini d’india, si spaventò e lo fece ruzzolare giù, verso la gabbia delle iene, che tra l’altro, attendevano il suo arrivo per ricevere una consulenza in merito ad una causa che li riguardava.

Sempre più sconvolta Conny corse in direzione di quello che le parve un bar, entrò e al banco trovò seduto un mandrillo dall’aria sofisticata e gli sentì ordinare al tacchino dietro al banco un drink a base di vermut italiano, vermut francese succo d’arancia e gin. Al tavolo al suo fianco vide seduto un montone preso dai suoi affari contabili che le chiese di sedersi perché non aveva tutto il giorno per spiegarle i registri del bar.

Conny tentò di spiegare l’equivoco quando sopraggiunse il papillon nano dalle orecchie flosce a strillare contro il montone, seguito dalle iene che tenevano sottobraccio il porcellino e dalla moglie di quest’ultimo che si affannava nel tentativo di farlo rientrare a casa perché la cena era pronta.

Poi entrò la lontra affiancata dal roditore della Mouse House, quindi una cammella che pareva cercare il mandrillo, improvvisamente Conny sentì la testa girare e cadde in terra svenuta.

Si risvegliò poco dopo tra le braccia del suo vicino di casa Johnnie Solon, un barman che prestava servizio in un hotel di Manhattan, che le disse che era svenuta in seguito al calcio del suo cavallo.

Conny si riprese e, davanti ad una tazza di tè, raccontò ciò che era stato evidentemente un sogno e non un’avventura al suo amico Johnnie che l’ascoltò affascinato e ne venne poi ispirato tanto che quella stessa sera propose, ai suoi clienti in hotel, un drink la cui ricetta prevedeva:

BRONX

3,0 cl Barmaster gin,
1,5 cl Riserva Carlo Alberto vermouth rosso
1,0 cl Noilly Prat French dry vermouth
1,5 cl spremuta fresca di arancia bionda

 

Come ti combino il BRONX? Parliamo ora di Pairing..
..l’accoppiamento di due o più alimenti (food e drink) che per similitudine o per

contrasto, creano nuove sensazioni e nuovi sapori.

Il Pairing è l’incontro che celebra il nuovo.

Anche questo weekend vede protagonista un cocktail a tutto pasto, il suo abbinamento complementare? Un antipasto:

Insalatina di Polpo croccantina su cremoso di Ceci e finocchietto, con caponatina di Verdurine fresche e Chips di pane.

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